4 ottobre-1^ edizione  Telesia Half Marathon

La Grande Bellezza

Fantastica mattina di gara stamane a Telese per la 1^ edizione della Telesia Half Marathon, giustamente valevole come campionato italiano di mezza maratona. La stellare organizzazione delle ASD Running Telese, che da anni patrocina la gara di giugno sui classici 10 km, si è puntualmente confermata anche stavolta disegnando un percorso che ha dapprima attraversato in lungo e largo la pittoresca città termale, non prima di aver sconfinato sul territorio di San Salvatore Telesino, affollato da un pubblico festante e soprattutto incitante. Gara magnifica, che ha fatto sentire tutta la suggestione di un paesaggio di rara bellezza: il parco del Grassano, lo splendido passaggio all’interno delle vecchie terme, il trascinante arrivo su Viale Minieri in delirio per l’entusiasmo degli spettatori.  Ecco, dopo aver assistito a tutto questo,  io propongo da subito di nominare Telese  Patrimonio dell’Umanità (podistica).

Circa 1700 iscritti, ridottisi a 1350 all’arrivo e runners da tutta Italia tra cui anche 20 portacolori dell’Atletica San Nicola: questi i numeri di una gara che, seppur alla prima edizione, ha tutte le carte in regola per diventare una classica del panorama podistico italiano. Tutti i nostri avevano ognuno il proprio motivo per ben figurare e devo dire che mai come stavolta ho visto all’arrivo tante facce entusiaste. Grande Nicola Leone, primo fra i nostri e terzo assoluto nella categoria MM55. Non da meno Francesco D’Andrea, anche lui sotto l’1h e 30’ di gara, Ciro Pascarella  con il tempo eccezionale di 1h 30’ 35”, Michele Auricchio, Giovanni Pastore, Giovanni Palumbo, Nicola Pastore e Roberto Ominto.  Faccio fatica a ricordare tutti i record personali ma sono certo che sono degne di nota, tra gli “umani” anche le prove di Poliseno e Nuzzo.  Grande prova di Marzaioli, questa sì battezzata dal suo nuovo PB di 1h 43’06” e di Nicola Russo, splendido esempio di dedizione, che tra gli MM70 si è classificato primo assoluto con lo stratosferico tempo di 1h e 48 minuti. E poi come non nominare Gatto, Giombetti, Gaglione, Francesco Pastore, Cicala, Armando Tieri. Ognuno contribuisce, nel suo piccolo, a rendere sempre più grande la nostra Società.

La mia gara, come sempre accompagnata dal mio inseparabile compagno di allenamenti antelucani Cennamo, prevedeva di partire a circa 5’30” a Km, come da tabella di preparazione per quella co(r)sa chiamata Maratona. La partenza ed il primo passaggio sul vialone d’arrivo incanalavano, invece da subito,  il ritmo verso frequenze più alte. L’entusiasmo del pubblico, disseminato su gran parte del percorso era davvero contagioso e dove mancavano gli incitamenti si facevano sentire i tanti consigli dispensati, a gratis, dagli altri partecipanti che rendevano i primi km un lungo momento di autoanalisi collettiva: ognuno cercava nell’occasionale compagno d’avventura lo spunto, l’aneddoto, il racconto o semplicemente le giuste parole per rendere più sopportabili i km che avevano da venire. I tanti personaggi in cerca d’autore, che via via si avvicendavano lungo la strada avevano se non altro il merito di far passare la prima metà di gara quasi in surplace:  quando mancavano circa 6 km all’arrivo e la nostra performance era oramai proiettata verso l’epilogo percepivo da dietro la voce di un carissimo amico, Gianni, alla sua prima partecipazione ad una mezza.  Essere amici è anche questo, sentirsi senza chiamarsi, trovarsi senza cercarsi: alla gioia di correre insieme di nuovo, dopo la mezza debacle della gara di giugno sullo stesso percorso del finale odierno, si univa la voglia di riscattare quella che per noi era stato un ricordo in parte macchiato da una condotta di gara a dir poco spregiudicata. Il desiderio di rivalsa era come nettare per le nostre gambe ed, inaspettatamente, tutti insieme aumentavamo il passo e andavamo a chiudere nel tempo di 1h 51’: grande battesimo per lui, record personale per Cennamo, emozione impagabile per aver chiuso insieme a loro per il sottoscritto. Cosa volere di più?

Il risultato cronometrico unito a tutto ciò che il “circo” rappresenta e che ogni domenica affolla città ancora in parte addormentate riesce solo in parte a spiegare i sentimenti di benessere che noi tutti portiamo a casa dopo aver corso.  Ogni partecipazione reca in sé un misto di sensazioni difficili da spiegare. C’era tanta, tantissima bellezza in giro oggi. Il mitico Jep Gambardella, in una delle sue battute più riuscite affermava sprezzante: "Cercavo la grande bellezza. Non l'ho trovata". Caro Jep, se stamattina avessi indossato la canotta ne avresti trovata a iosa.


Giovanni Marzano 


27 settembre - Maddaloni
Questi Fantasmi

Puntuale come l’autunno, settembre, come tutti gli anni del resto, è il mese del ritorno alle gare domenicali dopo la forzata pausa estiva. Stamane il menu prevedeva la 6° edizione della Corri Road Runners, gara podistica di 10 km che si svolgeva interamente lungo la cittadina di Maddaloni, per l’occasione bardata a festa per i concomitanti festeggiamenti in onore del Santo Patrono. I 700 iscritti si sono ritrovati sotto uno splendido sole che ha illuminato le strade del percorso, ottimamente tracciato dagli organizzatori e sapientemente gestito con traffico, per una volta, assolutamente rispettoso dello svolgimento della manifestazione, perfettamente riuscita.

Percorso molto veloce che prevedeva, dal quinto all’ottavo km, il doppio senso di gara con la possibilità per i più di poter finalmente incrociare i top runners lanciati verso il viale d’arrivo e di respirare il loro momento agonistico. Possibilità più unica che rara, soprattutto per i tartarunners come il sottoscritto, di solito abituati a vederli solamente di spalle e solo alla partenza. Podio tutto italiano e vittoria di Marco Piccolo, incrociato all’altezza del settimo km, che chiudeva la sua passerella ad un ritmo di 3’15” a Km: in poche parole, Un Mostro.

La nostra squadra schierava al via 33 partecipanti, ridotti a 27 per via di qualche defezione dell’ultim’ora: tra questi anche il sottoscritto, costretto a correre senza il chip e quindi senza la possibilità di entrare nella classifica”ufficiale” a causa del certificato d’idoneità scaduto. Corsa “fantasma”, quindi, ma non per questo priva di fascino e di contenuti.
Settimo posto assoluto di squadra, su 73 iscritte, ed ennesimo successo per Nicola Russo che sbaragliava ancora una volta i concorrenti della categoria MM70 con un tempo davvero ragguardevole: 48’33”. Più che una certezza, un mito per tutti noi, oserei aggiungere. Ottima la prova di Anna Merola, terza di categoria per l’occasione scortata da Francesco Letizia. Tra i tanti, nonostante chi mi segua sui social conosca il mio citazionismo quasi ossessivo, si fa fatica a nominare tutti, ciò nonostante segnalo la caparbia prova di Domenico Marzaioli, alle prese con la tabella di avvicinamento alla Firenze Marathon, che oggi ha chiuso i suoi primi 27 km con gli ultimi due in preda ai crampi. Bravo Mimmo, imparare a soffrire è l’unica via per raggiungere gli obiettivi prefissati.  Ultima menzione per Elsa Ciccarelli che in compagnia di Lazzaro Feola scacciava i fantasmi dell’altra domenica chiudendo una gara difficile dal punto di vista psicologico.
Quanto a noi, io e Cennamo eravamo reduci da un sabato di allenamento duro con un’uscita di 20 km che mal si conciliava con la gara odierna. Nonostante ciò il nostro coach, Pietro Maienza, che non smetterò mai di ringraziare per il suo prezioso aiuto,  ci suggeriva di cimentarci in una gara breve e  veloce per saggiare le nostre gambe un po’ imballate da una preparazione finalizzata alla disputa della nostra prima maratona. Il mio scetticismo per fortuna si tramutava in entusiasmo alla prova del tempo: 50’ netti ed un pieno di endorfine che nessun allenamento è in grado di darti.

In fondo la gara è così: un mondo a parte. Tutte le volte che partecipi ti accorgi che il solo vivere il momento dà il senso al tutto. Eppoi sentirne gli odori, assaporarne le emozioni: ci sono cose che non si spiegano, si vivono e basta. Solo a scriverne, seppur dopo diverse ore, ci si riempie il cuore. Woody Allen sosteneva, in uno dei suoi film più belli, che “il cuore è davvero un muscoletto molto elastico”: che lo abbia pensato dopo una bella corsetta in Central Park?


Giovanni Marzano


 San Marco Ev. XX Set MMXV

Attenzione:Quest’articolo nuoce gravemente al podista veloce o podista-atleta.

Avvertenze: Nessun si arrabbi è volutamente uno sfottò per Max e il Mentore e chiunque si vuole sentire tirato in causa.

Premessa, a me non piace correre io Amo la corsa, correre se non prendi la capata non puoi farlo e a me la capata è  periodica.

Aspetto su una panchina fuori una rosticceria, si avete capito bene rosticceria alle ore 07.40, ho un accordo con il proprietario mi lascia appositamente la panchina poiché sa che son nato stanco.

Io nasco di Domenica di tanti anni fa, ops ma questo cosa ci azzecca?

Ah ecco oggi è domenica e si va a fare una corsa, non a correre.

Dicevo aspetto il mentore alla rosticceria e puntualmente arriva e ci avviamo a prendere Max.

Il primo segnale di come sarà la giornata si ha al semaforo che porta su via Pertini, l’andatura è lenta molto lenta (altro segnale), una volta passato il semaforo  Biondillo si ferma mi guarda e mi chiede di che colore fosse il semaforo?

Rispondo e torniamo indietro in attesa del verde che arriva poco dopo e riprendiamo la via di casa di max che dista solo 2.8 metri.

Mi domanderete perché non lo abbia fermato prima?

Provate voi ad interagire con Sandro appena sveglio poi mi direte.

Max arriva, scendo per far accomodare il nuovo compagno di viaggio e cerco la levetta per il sedile e lì mi accorgo che magicamente Max entra dalla portiera posteriore (ste macchine con 5 porte, ma da quando esistono?).

Arriviamo a San Marco Ev. che dista solo 500 metri da casa di Max e parcheggiamo.

Dopo il rituale  del ritiro pettorali, ci avviamo a degustare quello che sarà un ottimo caffè ed è qui al bar che ho la conferma che questa sarà una giornata stramba.

Incontro, seduto al tavolino, il mio amico di cazzate scolastiche, il mitico Presidente della Suessola Runners, al secolo Luigi “Gigi” De Lucia e nel vederlo mi sovviene un ricordo, ossia, io Max e Sandro non facciamo una gara insieme dal lontano Marzo 2014 proprio a Santa Maria a Vico, gara organizzata da Gigi & co.

Altro segnale del tipo di giornata quando Gigi, che si intelleava con il suo gruppo mi dice che la partenza era alle 09.30, lo riporto sulla terra e solo dopo avergli corretto la partenza alle 09.00 lo saluto, mentre scappa a preparasi.

Parlavo della partenza puntuale alle 09.00 almeno così mi sembra, l’orologio o cronometro, proprio poiché non correvo, non lo ho portato.

Al via mi ritrovo con Max e Sandro, dopo pochi metri riecco Gigi e qui finisce la corsa ed inizia quella che sarà celebrata come la corsa del Gambero sfottuto.

Al primo km Max chi richiama in quanto il nostro ritmo a 5.45 al km è troppo veloce dobbiamo assestarci sui 6 a km se no rischiamo di saltare ed è qui che il mentore entra in scena, ricordandoci il senso della gara ossia siamo qui per piacere e per far piacere a Nick e agli organizzatori nostri vicini e amici di gare e non per vincere, come se poi alla fine vincessimo in ogni dove.

Passa solo un altro misero km e si accende la disputa, dopo che ho fatto notare a Gigi, che ha deciso di correre con noi, che max e sandro son due purpette.

Dopo tale affronto, mi tiro da solo tutte le conseguenze del mio gesto e sarò deriso per tutta la gara poiché mi ricorderanno, che tempi alla mano,tra i tre lo scarso sono io.

La gara che sarà di due giri da 5 km, lascerà foto che rimarranno negli almanacchi che saranno testimonianza di quanto ho atteso varie volte il duo Max-mentore anche dopo aver visitato un casale ed una chiesa incontrati durante il percorso. Al 9 km si compie il miracolo, il senso della giornata.

Portiamo sino all’arrivo con noi una signora-atleta-runner che avrebbe preferito fare a meno di avere la sfortuna di  incontrare me e gigi che nel giro di solo 300 metri gli raccontiamo la nostra vita  e gli riveliamo il mistero più grande ossia non siamo tartarunners, ma gamberorunners,  in quanto andiamo così piano, che sembra di correre all’indietro.

Senso della giornata compiuto.

Si arriva sul traguardo con ovvia e ulteriore foto e si finisce la gara.

Io, non finisco di scrivere ovviamente, in quanto c’è da dire che la gara grazie agli sforzi profusi in unisono dagli organizzatori e dal Comune in tutte le sue parti che hanno spinto nella stessa direzione, han dato vita ad una gara perfetta su ogni punto di vista.

La cosa più significativa è stata quando Gigi, sempre lui, è stato avvicinato dal Comandate dei vigili urbani di San Marco Ev., che gli ha teso la mano, dopo i complimenti ricevuti per l’organizzazione.

Che piacere, certe cose dovrebbero essere ovunque uguali.

Ma lasciamo stare non mi son fatto il sangue amaro ieri, posso mai farmelo ora?

Dimenticavo noi alle masserie altri a Caserta.

In concomitanza, vi era anche una gara nel capoluogo di provincia, cui hanno partecipato altri numerosi atleti della asd e udite udite, siamo tornati a esser squadra numerosa, quasi 50 atleti in gara, tra le due manifestazioni.

Per questa gara devo fare una citazione particolare per il mio collega anziano, Franco Landolfi, che ha corso la sua seconda mezza maratona  e adesso lo attendiamo per  una maratona, magari da preparare e correre insieme e una per il Clan Catania che ha il suo nuovo indiscusso despota ossia il coach Ciro Pascarella, per il resto se qualcuno vuole può raccontare la gara io non la ho corsa.

PS abbiamo meritato un altro prosciutto che a breve bisogna affettare insieme a quello di Marcianise e magari davanti ad una pizza ed una birra.

Mo basta se no l’articolo è troppo lungo.

Ciao.



 
Name: MaxEmail: 
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Country:  Date: 29 Sep 2015 15:05:16 GMT

Comment: Bella Gilet! Questo può essere anche il senso di una giornata in buona compagnia. Ci siamo divertiti come non accadeva da tempo durante una gara. Un saluto all'amico Gigi.



6 settembre - XIII Ed. StraMontesarchio

Non sono riuscita a superare Adriana
D.M.S

Adriana è semplicemente un'atleta della Podistica Laghetto che nemmeno conosco personalmente ma che riconosco tutte le volte che in gara i suoi compagni urlano il suo nome alla Rocky Balboa. Ricordo che la incitavano alla Stradugenta ma, in quell'occasione ce l'avevo qualche minuto dietro. Oggi invece intorno al quinto km senza alcuno sforzo mi ha staccata di una decina di metri, poi diventati forse venti o trenta. Tutto sommato trascurabili, credo di aver pensato, e assolutamente colmabili magari al 7°km dove ho pensato di mettere in pratica il consiglio che da anni un compagno di squadra mi ripete: "procedi ad un ritmo sostenibile e poi quando mancano 3 km, dai tutto quello che hai fino ad avere la sensazione di morire".

In verità non ci sono mai riuscita, non sono mai "morta". Ecco! Men che meno questa volta! Solo a circa 200 m dal traguardo ho azzerato la distanza tra me e la bella canotta viola della tipa superandola addirittura per qualche frazione di secondo tentando così “beffardamente” (cit.) di farle le scarpe e strapparle la posizione che ho desiderato; ma probabilmente senza crederci troppo per la restante metà della gara. Ancora una volta qualcuno ha urlato il suo nome così cinematografico e questo le è valso da incitamento per riprendersi quello che le spettava di diritto mentre io sono ritornata sui mie passi. La classifica ci dà solo due secondi di differenza mentre il real time più verosimilmente otto. Se solo qualcuno dei miei tredici compagni presenti mi avesse chiamato per qualche secondo avrei anche tentato di morire ma sono giunta al traguardo viva, abbastanza da congratularmi con l'avversaria ed infilare al collo la medaglia che quest'anno per la prima volta hanno donato a tutti i finisher, a dimostrazione che quando si corre siamo tutti vincitori.

La temperatura questa volta è l'ideale, addirittura durante il viaggio di andata verso le zone del Sannio intorno alle 7:30, si aggira sui 19° anche se due ore esatte dopo tra 800 atleti circa, si percepiscono almeno 6 o 7 gradi in più ed un bel pò di umidità ma nulla che possa impedire performance di un certo livello. E nelle nostra squadra non sono affatto mancate e per nulla inficiate dal percorso (qualcuno invece sostiene di sì ma ad un certo punto l'essere "nonni" comincia a "pesare") che è lo stesso da tre anni a questa parte ovvero ondulato ma equlibrato di 2 giri, rispettivamente di 4 e 6 km col famoso giro di boa attraverso cui sono riuscita ad inviduare l'invidiabile falcata di Gianni Raffone da 4.21km (in preparazione maratona di Pescara) quasi sincronizzato con un Nicola Pastore molto più in forma del solito; suo fratello Giovanni solo 8" più avanti finalmente sembra essersi ripreso dopo un periodo di riposo forzato mentre Giosuè Miccione realizza alla sua seconda gara con noi il suo PB con la stratosferica andatura a 4.23km, che non è roba da poco per uno che solo un anno e mezzo fa provava a correre con ben 40 kg in più e sogna di realizzare presto la sua prima maratona. Sul mio stesso rettilineo riesco a vedere in ordine Nicola Russo che conquista il terzo posto di categoria, Nicola D'Andrea che saggiamente si trattiene dall'andare oltre per non compromettere le sue gare future tutte una dietro l'altra, dove la sua presenza che ci rappresenta è praticamente d'obbligo oltre che gradita. Un'altra canotta mi è familiare ed è quella di Antonio Miccolo, anche lui alla sua seconda gara e mi è distante di ben due minuti. Dietro di me, ma solo di qualche minuto, Stefano Letizia che dopo tanto tempo ritorna finalmente ad attaccare il pettorale alla canotta ufficiale non ancora inaugurata. Finalmente si riscatta dopo la defaiance della settimana scorsa ad Airola causa postumi influenza Vincenzo Poliseno ma lui a differenza di me lo fa beffardamente, perchè per soli 6" osa ai famosi 200 m mancanti al traguardo togliersi dai piedi Pasquale Maiello, fermando il garmin a 44' 28".( A Marcianise sicuramente vendetta e sudore)

Garmin maledetto! E' da tempo che minaccia di abbandonarmi e da altrettanto tempo che io mi riprometto di correre senza. Deve essersi accorto che nonostante l'allenamento che credo di aver svolto al meglio nelle ultime due settimane, proprio oggi, dopo la pausa estiva, in realtà non mi andava. Non ero in modalità D.S.M: acronimo di Distance Mentally Shortened ovvero Distanza Mentalmente Abbreviata. Leggevo da qualche parte che " molte volte la buona riuscita di una gara sta tutta nel modo in cui interpreteremo le diverse sensazioni a cui andremo incontro durante lo svolgimento della stessa". In parole povere come un mantra avrei dovuto ripetermi che non correvo per 10 km di fila ma piuttosto avrei fatto un km per dieci volte.

Di tutto ciò che può la mente, ne sono stati invece perfettamente consapevoli Nicola Leone (strano che nemmeno a lui andasse molto), Filippo Santonastaso che finalmente ritorna sulle scene ma con un pettorale procuratosi sul posto (anche lui indeciso fino alla sera prima), e Ciccio D' Andrea (almeno tre maratone in programma ): rispettivamente alla 54^, 101^ e 117^ posizione pertanto doverosamente (ac)colti con le scarpette nel sacco, di ben 5 kg di farina, con cui sono stati premiati i primi 250 uomini.

Urlate il mio nome la prossima volta.
(Adriana, hai i minuti contati! )

Anna Merola 



 

Name: Nicola leoneEmail: podistasprint@virgilio.it
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Country:  Date: 10 Sep 2015 15:10:13 GMT

Comment: X Anna Merola. Non ho afferrato il senso del discorso (strano che anche a lui non andava) sicuramente per la mia poca intelligenza. Ciao.



Name: Anna MerolaEmail: 
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Country:  Date: 11 Sep 2015 13:28:33 GMT

Comment: Ciao Nicola come ti scrivevo in pvt volevo solo essere ironica sul fatto che nè a me nè a te andasse molto gareggiare,eppure la tua performance non ne ha affatto risentito.Un caro saluto.



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28 Agosto 2015

Prima edizione Strapinetamare

pinetaVenerdi’ pomeriggio ore 18:30.

Davvero inconsueto come appuntamento per lo start di una gara podistica.  Ma fosse solo questo. Un euro a tutti i runner all’arrivo.  Si, proprio cosi’. Zero euro  il costo dell’iscrizione  e  un euro a tutti gli atleti all’arrivo.  Mi piacciono queste iniziativi originali. A prescindere. Significa che qualcuno ha pensato. Ha pensato che volendo si puo’ provare a cambiare rispetto al protocollo  con la speranza (almeno) di migliorare.  Potevo mancare? Si, potevo e lo avrei fatto sicuramente. Ma per i legami affettivi con la società organizzatrice e soprattutto  per la buona compagnia sono  andato.

Presto. Siamo arrivati troppo presto, la partenza era stata posticipata di mezzora. E solo qualche ora prima l’organizzazione l’aveva comunicata attraverso il sito di gare podistiche.

Va beh. Prima edizione ci puo’ stare.    Sei  atleti con la canotta  azzurra erano al via.  Ennesimo debutto di R. Ominto che ha solennemente promesso che quello di pinetamare sarà  il vero inizio.

G. Nuzzo  e A. Pinto si erano organizzati per passare a comprare la mozzarella presso il famoso caseificio -io l’ho scoperto ieri-  numero uno in Italia – secondo gambero rosso-  e avevano usato la gara come pretesto  salutista per  la trasferta nel cuore della terra dei fuochi. A tale proposito: quanti africani e quante “escort” in giro . Mamma mia!

Con i fratelli d’Andrea  si chiudeva la compagine. Pochi ma buoni si dice in questo  caso. 

La gara.

Personalmente percepisco tanta buon a volontà. E la cosa mi preoccupa. Mi preoccupa perché l’esperienza  (con una parola grossa la professionalità)  fa sembrare che tutto funzioni naturalmente senza troppo impegno o forzatura. Sicuramente mi sbaglio (almeno lo spero)

Meno di 200 partecipanti. E’ caldo e umido. Anche se il circuito è pianeggiante non si puo’ sperare in prestazioni cronometriche eccezionali. Due giri. Non ci sono atleti da 3 min a km .  Sarà forse perché non ci sono premi importanti o per il venerdi’ sera?   

Si parte!  Verso il lungomare. Primo giro.    Arrivo al primo km e penso che questa gara non si puo’  fare ad agosto: la gente esce dai lidi alle 19 per tornare a casa.  E… e attraversa il lungomare, con ombrelloni e passeggini.  Tra andata e ritorno  il lungomare sono circa tre km.

Al ritorno  ci mandano  leggermente dentro la città.  E ci sono tante traverse. Tante macchine. E penso: “hanno fatto un esperimento, non si puo’ fare questa gara ad agosto! “

Fine del Primo giro.  Tuto sommato un po’ di confusione, ma gestibile. Guardo il cronometro 20:25 e penso: “mezza botta, ma è grasso che cola se metto tutto in conto”.  Si ritorna sul lungomare. Un po’ meno gente. I lidi stanno chiudendo.  Si ritorna all’interno.

Ottavo km scorre  senza grossi troppi intoppi. Bisogna stare solo attenti a qualche auto che possa schiacciarti invadendo la tua corsia. Ma hai la tua corsia.

Al 9 km succede quello che -maledetto me che sono un pessimista-  temevo che potesse succedere: una multipla in un senso di marcia e una vecchia ford escort ( o qualcosa del genere, ero al 9 km capite?)  “chiudono”  completamente la strada. E  che miseria!

Mi fermo un attimo (non esageriamo rallento)  e capisco che se faccio uno slalom sul marciapiede posso superare la barriera.

Arrivo finalmente al pallone di podistica sport.

10.2 km di fine agosto.  Mi sento  buono e generoso come a Natale, anche per il decoroso  riscontro cronometrico,  e non aggredisco i miei ex compagni di squadra.

Anzi. Gli faccio i complimenti. Per il  rinfresco . Veramente la crostata era eccezionale e pure gli amaretti.

Magari… se la stessa gara si facesse a ottobre?

Ci vediamo a Marcianise.

Adios.

ciro


 
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