Casoria 2014, solo per me!

Strana gara!

Partenza bruttissima: una caduta rovinosa che coinvolge una quarantina di persone.  L’assessore fa  il conto alla rovescia:  5, 4, 3… a 3 lo starter spara. A zero Starter! Si spara a zero!  Via!  Confusione, spinte, e tanti dopo il bum che si ritrovano in orizzontale, stesi –supini e proni-  e calpestati. E meno male che siamo in quasi mille e gli organizzatori avrebbero fatto particolarmente attenzione. Meno male!

E’ freddo. Pochi i coraggiosi solo in canottiera. Io con tanto coraggio, anche da vendere, metto a nudo le mie braccine,   e  mi rammarico  che sono un po’ stanco. Dopo la disastrosa maratona di Firenze ho perso velocità. E, purtroppo, non posso dare il massimo.  Questo è il mio mantra, anzi il mio pensiero razionale (sono un uomo di scienza!).

Non  sono  per fortuna però coinvolto nella mega caduta. Lo prendo come un segno. Sono fortemente superstizioso (...ma a volte non sono  un uomo di scienza).  E parto. Ottimista.

Sono abbastanza avanti nella griglia di partenza, appena dietro quelli forti,  per la semplice ragione che i premi  previsti sono 200 per gli uomini.  Ci posso  provare  a guadagnare una o due  bottiglie di vino,  anche se non ne sono convinto: spero, non so in cosa,  magari in una congiuntura astrale favorevole.   Mi sento  anche rilassato proprio perché non devo fare niente di particolare, devo fare  dieci km veloci, quasi un allenamento di costruzione. E’ certo,  non posso aspettarmi troppo perché  il post-maratone  (e soprattutto quello delle gare andate  male)  ti debilita e ti rallenta. Si, non c’è dubbio sono rilassato!

Tranquillo, sereno, e soprattutto rilassato non guardo il cronometro se non al settimo km quando raggiungo  il mio  amico  Johnny,  ma solo dopo avere  pensato: “azz,  il pastore vecchio  se la prende comoda,  forse è un po’ stanco, in genere lui va intorno ai 4 a km, un po’ più e un po’meno,  ma quello è il suo passo”.

Guardo il GPS e leggo 4:01. Ok, sarà la distanza.  Ma no, non può essere la distanza ho appena letto settimo km.  Riguardo il GPS ora con attenzione -ed eccitazione- e capisco che non c’è nessun errore, 4:01 è il passo.

Porca miseria, ma come è possibile, io dovrei essere stanco e lento. Oggi secondo i miei calcoli  (sono un uomo di scienza o no?) al massimo posso raggiungere il premio, al massimo posso  scendere,  ma di poco, sotto i 41 minuti.

Non importa.  Non mi interessa più della scienza e dei calcoli. Non mi interessa che dovrei essere lento che, dopo la batosta  toscana, dovrei essere demotivato e senza voglia di soffrire. Non mi interessa, adesso devo buttare  il sangue.

A settimo km forse è il momento giusto per stringere i denti. Così succede.  Saluto Giovanni e mi rendo conto che non sono più rilassato ma che sto spingendo.   I tre km finali  sono una volata.  

Arrivo all'arco della partenza e mancano ancora 100 metri per raggiungere quello di arrivo.  Volo e supero tutti quelli che stavano correndo. 39:58.  Due bottiglie di vino e personal best!

Era a Casoria che avevo fatto il  mio  PB sui 10 km. Resisteva dal 2010. Poco più di 40 minuti (ma tanto meno di 10 km, ora, lo posso confessare).

E per finire?  E per finire  non c'è altro. Il titolo, sopra, parla chiaro: oggi si parla solo di me.  e quindi, non vi racconterò  della ressa all'arrivo per i pacchi gara,   non vi  dirò  delle strade non presidiate e degli automobilisti impazziti.  Immaginatelo

Buon Anno. Ci sentiamo nel 2015

Adios, ciro


Name: nicola leoneEmail:
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Country:  Date: 18 Dec 2014 21:00:53 GMT

Comment: Ciro complimenti.


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8 dicembre-Telethon Run
Le mani sulla città

Ultima gara dell’anno per il sottoscritto prima della sosta per le imminenti festività ed il calendario proponeva stamattina, guarda tu il destino, la Telethon Run, gara podistica di 10 km, che per il 4° anno si correva sul territorio di Pomigliano d’Arco.

In settimana avevo chiamato a raccolta la nostra squadra, per tenere alto il vessillo della nostra società anche in terra vesuviana, e l’Atletica San Nicola ha risposto, come sempre, presente. Giovanni Pastore, Anna Merola, Nicola Russo e lo scrivente. Purtroppo le gare della domenica e la festività da santificare non ci hanno consentito di schierare la nostra compagine al gran completo.
Quattro moschettieri dicevamo, cui mancava il nostro Francesco Letizia che, dopo aver partecipato alla 21 km di Frosinone, annunciava il suo forfait con un sms nella notte.

Gara velocissima che partiva da Piazza Primavera, abbellita dai luminosissimi allestimenti natalizi di quest’anno, e che si dipanava su gran parte del territorio cittadino, per una volta città della corsa anziché dell’auto; circa 300 i partecipanti, con ben 40 società, che hanno invaso le nostre strade con un serpente variopinto di colori ed emozioni applaudito dai tanti concittadini accorsi sul percorso.
Pubblico caloroso, clima estremamente gradevole con un tiepido sole più tardo primaverile che invernale a dire il vero, che ha contribuito a riscaldare le nostre gambe intirizzite dall’umidità della punzonatura nel Parco e dalla sveglia antelucana.
Bellissime le gare di Giovanni Pastore, 83mo assoluto con il tempo di 39.38, di Anna Merola, 9a assoluta tra le donne con il tempo di 44.54 e di Nicola Russo che grazie all’ottimo tempo di 51.08 chiudeva la sua gara con il 3° posto di categoria.

Eppoi c’e la mia storia: corsa inebriante e velocissima con frequenze mai provate per le mie gambe diesel più avvezze alle distanze lunghe.
La partenza sotto casa ed il successivo passaggio al km 1.800 di nuovo sotto l’arco dello start davano il là per una partenza sprint a 4.20 a km. Evidentemente l’ansia di ben figurare davanti alla famiglia, unita alla voglia di far bene sulle strade amiche erano carburante sufficiente per tentare di tenere un ritmo mai raggiunto prima. Decidevo così di gettare cuore, gambe e testa oltre l’ostacolo; in fondo la corsa è un po’ come il poker: se non decidi di andare a vedere le tue carte non saprai mai cosa hai lasciato sul tavolo.
A metà gara venivo affiancato da un vecchio amico, in bici pensa tu, che mi faceva compagnia nella parte più dura per me ma che mi serviva per arrivare agli ultimi km in pieno delirio da trance agonistico. Nettare per le mie gambe erano anche i continui incitamenti dei tanti amici e conoscenti ad ogni angolo del percorso. Ebbene si, per una volta mi sentivo protagonista. All’ingresso del Parco, pur se con le forze ridotte al lumicino, mi imponevo di chiudere bene. In fondo me lo dovevo….
Un ultimo sforzo e vedevo il timer dell’arrivo che si bloccava su 43.27, tempo eccezionale per me, nemmeno lontanamente immaginato prima della gara e che diventava il mio nuovo primato personale. Saranno stati 9, 800 Km anziché 10 ma alla fine contava il ritmo, 4.25 a Km. Ero felice e meravigliato: ero partito per fare bella figura e chiudevo con la miglior gara di sempre.
Con la mente su di giri, tempestata da endorfine a scroscio, pensavo all’imminente articolo che mi vedeva, per una volta, protagonista. E come non attingere dalla mia passione per la settima arte?

Ecco, parafrasando il bellissimo film di Francesco Rosi, “Le mani sulla città”, oggi mi sentivo anche io attore di un altro lungometraggio, “Le gambe sulla (mia) città”. Scritto, diretto ed interpretato da me. Olè.

Giovanni Marzano


 
Name: Giovanni SecciaEmail: 
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Country:  Date: 9 Dec 2014 20:49:15 GMT

Comment: Data la ricorrenza dell' Immacolata, "i quattro dell'Ave Maria" era più appropriato! ;) ...GRANDSSIMI!!!



 
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