27 Marzo 2011
Maddaloni – Milano, un po’ lunga, ma ….


Sono 20 gli atleti che indossano la canotta dell’Atletica San Nicola oggi a Maddaloni per disputare una tra le più classiche e partecipate 10 km della provincia di Caserta. Circa 1000 gli iscritti che si sono dati battaglia lungo le strade della cittadina.
Il rinnovato percorso di quest’anno, duro e tecnico al pari di quello degli anni passati, ci ha regalato 10.400 metri di “sali scendi” di un tracciato nervoso ed impegnativo. Difficoltà certamente inasprita dalla tipologia e dalle condizioni della pavimentazione stradale.

Alcune defezioni dell’ultima ora hanno ridotto il numero dei nostri partecipanti alla competizione. Ma ha inesorabilmente ridotto anche il numero dei preannunciati scontri diretti. Annunci che si sono palesati con “promesse” fatte al cospetto di ottime pietanze ben innaffiate da abbondante “succo d’uva” la scorsa settimana. A pensarci bene, però, più che promesse, quei proclami avevano più il sapore di vere minacce … di natura podistica, ovviamente. Ed è di questo che vogliamo parlare, anche perché per i dettagli sulla classifica si rimanda all’apposita sezione di questo stesso sito.
Scorrendo l’elenco dei 20 in ordine di arrivo, ci si imbatte al 7° posto in Giovanni che è evidentemente passato dalle parole ai fatti, staccando Ciro64 di ben 1:26, tant’è che Ciro64 alla domanda “hai visto Giovanni?”, ha risposto “no, non l’ho visto proprio”… e possiamo immaginare perché!! Sul tema sfida, Ciro si difende così: “Ma io intendevo Venafro, non Maddaloni” … sarà, ma per il momento la prima vendetta è stata consumata.
Pasquale invece ha preferito assentarsi e quindi non possiamo immaginare cosa avrebbe potuto fare contro Giuseppe, noto come “Peppe Flex”. A Giuseppe però ci ha pensato Mario. Vuoi perché infastidito dalla pacca sulla spalla troppe volte ricevuta nelle recenti gare e quasi sempre all’ultimo chilometro. Vuoi perché Giuseppe accompagnava la di cui sopra “pacca” da un esortante “Su, su. Andiamo”. Vuoi perché Giuseppe si dava poi sistematicamente alla fuga dopo tale esortazione …  allora Mario ha pensato di mettere un po’ di distanza, tagliando il traguardo 17 secondi prima di Giuseppe, distanza tale da premettere all’inseguitore di ricordare il disegno della suola delle scarpe di Mario e farne tesoro per i prossimi appuntamenti.
Scontri diretti archiviati, c’è da segnalare l’ottima prestazione di Giovanni (in foto), al suo debutto con la canotta dell’Atletica San Nicola e al suo battesimo della strada … inteso nell’accezione podistica del concetto, ovviamente!!
Per nulla intimidito dal percorso tecnico e nervoso, ha portato una condotta di gara eccellente e ben commisurata al suo attuale stato di forma. Senza strafare. Ha addirittura recuperato qualcosa sul tratto di salita finale, concludendo la gara con la consapevolezza che forse ne aveva ancora un po’ …. ma va benissimo così. Alla prossima, Giovanni.

E Milano? Che c’entra Milano?
C’entra, perché l’organizzazione lombarda pur di avere tra i suoi concorrenti il “blasone podistico” di Peppe Nuzzo, podista eclettico e noto ai più per le sue prodezze  “uniformemente distribuite sul globo terrestre”, aveva già da tempo cambiato nome alla mezza maratona cittadina, denominandola STRAMilano, e allo stesso tempo elevandola a rango di competizione internazionale; consci del fatto che altrimenti sarebbero mancati i requisiti minimi per la partecipazione del nostro Peppe. Infatti in mancanza del prefisso “STRA”, prefisso che indica eccesso e superiorità, e senza “l’internazionale”, difficilmente, LUI, avrebbe impreziosito tale competizione con la sua presenza.
Ma questa volta Peppe non si è recato solo alla volta del capoluogo lombardo per condurre una STRAbiliante, nonché STRAtosferica e STRAtegicamente perfetta gara. Infatti è arrivato in compagnia di 2 debuttanti sulla distanza dei 21km. Parliamo di Anna Nargiso, già vista correre, nonchè discorrere, su per le salite Campane all’inseguimento di alcuni garibaldini non più di una decina di giorni or sono, e di Ernesto Cassandra già visto in giro con un ottimo passo durante alcuni allenamenti.
Nonostante la distanza con Milano, ci arrivano comunque notizie sulle prestazioni dei tre. Incappati in una partenza un pò rallentata a causa del traffico dei circa 6000 runners che hanno animato la kermesse meneghina, ciò non ha impedito ai tre di portare una media di circa 4:55 min/km per i primi 15 km. Da qui il passo del trio si addolcisce un po’ per permettere ad Ernesto di “assorbire e smaltire” un leggero risentimento muscolare. Cioè hanno dovuto rallentare un pò. Rallentare? Cos’è sta roba?
E’ stato subito evidente che Anna non riusciva ad applicare il banale concetto espresso da questa semplice parola al gesto atletico in esecuzione. Sarà perché questa parola non è presente nel vocabolario della nostra Anna, ma di certo sappiamo che sono state necessarie diverse “sgridate” per riportare di nuovo l’unica rappresentante del gentil sesso  sulla stessa linea degli altri due maschietti e quindi, poi, finalmente tagliare il traguardo insieme.
Risultato fotocopia per i tre, con 1:48:41. Questo ha permesso loro di terminare si in riserva, ma non completamente senza benzina e riservare un minimo di risorse in previsione della mezza di Venafro in programma per domenica prossima.

Archiviamo questa giornata podistica dagli ampi contorni geografici avendo chiara una sensazione in ognuno di noi. La sensazione di un gruppo che matura giorno dopo giorno sempre di più, e che sempre di più è in grado di attrarre nuovi amici/atleti, che vedono in questo gruppo i giusti valori dello sport. Il nostro gruppo che orgoglioso dice ai nuovi arrivati: benvenuti a bordo.

Maddaloni – Milano, certamente lunga, ma  … insieme si può fare!


(MF)

 



La condizione di Salma (il declino del podista)

Brutta situazione quella che vivono i podisti quando il corpo non segue la mente, quando volere non significa potere, quando tanti che normalmente  arrivavano dietro da un po’ li trovi all’arrivo già rifocillati e ormai nemmeno più sudati, quando quelli che qualche anno fa guardavi con la sufficienza del podista consumato ora si spendono per incoraggiati: “insisti migliorerai!”, quando: ”"forse alla prossima lo prendo ma oggi  era troppo veloce”", quando: “"mi ricordo la maratona di Firenze ma anche quella di Amsterdam e di Barcellona e di Roma e di ecc, ecc.”.." insomma,  quando per non discutere delle attuali condizioni si ricorre alla storia,  per ricordare ciò che si è stati,  si rammentando “ le prestazioni”,  benevolmente  ingigantite dalla compiacenza dei  vecchi compagni.

 

E'’ difficile accettare la condizione di Salma, ma a volte arriva…

 

Allora non bisogna disperare. La regola è continuare e continuare a motivarsi ricorrendo all’'orgoglio, in opposizione a ciò che il corpo a  fatica ci concede: forza Giovanni, insisti e vedrai che presto potresti anche migliorare!  Pensa positivo. Volevi  che ti venisse dedicato dello spazio sul nostro sito, accontentato,  eccolo! Forse tornerai a brillare e forse fra un po’ riuscirai anche a prendermi, magari già a Venafro! 


Ma attenzione …non sbagliare Ciro, perché con l'’altro non c’è speranza. .. 

 

Ciro64


P.S.: non dimenticare di portare Pasquale, che potrebbe far bene anche a lui.



20 Marzo 2011
Maratona di Roma: 126.585 metri di passione


Nella splendida cornice Capitolina si è disputata la 17-sima edizione della Maratona di Roma. Tracciato classico. Definito come tra i più spettacolari al mondo, con passaggi per oltre 500 luoghi di valore storico, archeologico, religioso ed architettonico. I Fori Imperiali, Piazza Venezia, Basilica di San Paolo, Lungotevere, Piazza San Pietro con vista Vaticano, Foro Italico, Piazza Navona, via del Corso, Piazza del Popolo, Piazza di Spagna, Fontana di Trevi, Colosseo per tornare in via dei Fori Imperiali e tagliare il traguardo.
I numeri che hanno caratterizzato questa edizione sono: 16.188 iscritti provenienti da 84 nazioni, di cui 9.147 italiani e 7.041 stranieri. Di questi, 556 dalla Campania di cui 3 dell’Atletica San Nicola che rispondono al nome di Giuseppe Tedesco, Ciro-77 Pascarella e Paolo Rauci.

Passiamo ora alla cronaca.

Il Tedesco, di nome e di fatto, con “maniacale precisione germanica” ha tenuto la media di 4:08 min/km per i primi 30km. Media assolutamente costante, come da programma, per arrivare all’appuntamento al momento giusto.
E certo, mica si arriva tardi agli appuntamenti! Soprattutto se l’appuntamento è con un paio di leprotti portati al seguito dalla città natia. Soprattutto se uno è il nostro presidente, Nicola D’Andrea, e l’altro è Mario Salvo.
Si perché i due lo aspettavano al 30° per finire insieme una gara che solo Giuseppe aveva iniziato. Per dargli quella carica necessaria e per provare a rompere il muro delle 3 ore. Per provare a dargli quel passo che, si sa, inesorabilmente inizia a venire meno sotto la fatica fisica e psicologica.
Ma è a cavallo tra il 35° e 36° che si affaccia il primo imprevisto. Un dolore al fianco si presenta con insistenza. Sarà forse il glicogeno che è finito, sarà forse la testa, ma sembra non essercene più. Ed è qui che entrano in azione i leprotti, che spronano Giuseppe e lo rassicurano.
Superato il primo scoglio, arriva puntuale il secondo. Un dolore acuto all’altezza del piriforme, muscolo che si trova al centro del gluteo, blocca letteralmente il nostro atleta! Ed è in questi casi che si scoprono le virtù nascoste di ognuno di noi. Mario con sapiente maestria gli massaggia per un minuto e mezzo la parte dolorante e riesce a farlo ripartire. Da questo momento l’azione dei leprotti è tutta psicologica, tesi a spronare Giuseppe e attenti ad arginare i continui attacchi da parte del servizio d’ordine che cercano continuamente di mandarli fuori dal tracciato di gara, essendo ambedue senza pettorale. Il primo a soccombere è Mario, mentre Nicola riesce a tenere duro fino a poche centinaia di metri dall’arrivo conducendo il nostro Giuseppe, considerato tutto, ad un risultato eccellente. Sarà pure rimasto l’ultimo frammento di mattoncino su quel “muro delle 3 ore”, ma 3 ore e soli 54 secondi, sono decisamente un grande risultato.

Ciro invece, reduce da una tendinite che lo ha costretto ad allenamenti ridotti, ha utilizzato tutti gli elementi necessari per portare a termine una maratona, gestendo perfettamente le gambe, i polmoni, la testa e il supporto del pubblico. Tutto questo però fino al 41°. Il 41°. Dove è arrivato con un’andatura un po’ meno “germanica”, ma decisamente efficace, registrando appunto un passo di 4:41 min/km.
Ed eccolo lo scoglio. Si presenta proprio al 41°. Non è possibile! Non si può!
Un dolore lo aggredisce a tradimento nel modo più subdolo. Di schianto sente le gambe fermarsi, trasformate in rigide zavorre lignee, costringendolo a sedersi di botto a terra.
Il passaggio inesorabile delle circa 800 paia di gambe che fino a quel momento erano dietro, non lo fermano del tutto. Si perché, ci saranno pure voluti circa 10 minuti e l’intervento di un paio di soccorritori per riuscire a rialzarlo da terra, ma Ciro riparte alla volta del traguardo per percorrere gli ultimi 2000 metri circa alla media di 8:58 min/km (sicuramente i più lenti della sua carriera podistica) e quindi chiudere con, nonostante tutto, uno splendido 3:28:17.
“Da rifare con il giusto allenamento... per il momento ho l'amaro in bocca... elemento necessario per migliorarsi!” è il commento di Ciro.

Paolo, infine, arrivato a Roma con l’obiettivo delle 3 ore e 30 minuti, ha portato una condotta di gara eccellente. Sapientemente gestita rispetto alle sue caratteristiche.
I primi 5 km li ha condotti ad un passo ridotto, causa forse la tensione, per poi recuperare il passo programmato. Le gambe girano, un po’ di stanchezza fa capolino, ma tutto è assolutamente sopportabile e gestibile fino al fantomatico “muro del 37° km”, che è un po’ come la crisi del 7° anno per i matrimoni. Una volta superata, è fatta! Su questo fenomeno la bibliografia ha scritto fiumi di parole per spiegarlo. Secondo alcuni esperti la crisi alberga più nella testa che nelle gambe. Un fenomeno che sembra essere un fenomeno di massa per i maratoneti, tant’è che Paolo ha pensato per un attimo di non riuscire a chiudere il suo percorso, sconfortato anche dallo spettacolo che gli si proponeva intorno, con diversi atleti in crisi e che si fermavano.
Cosa si fa in questi casi? Non lo sappiamo! Sappiamo però che Paolo ha stretto i denti ed è riuscito ad gestirsi nel migliore dei modi, nonostante il finale si presentasse in leggera salita rendendo le cose ancora più difficili. Difficili si, ma non tali da rovinargli la festa del 3:30:25 ….  come da programma!

126.585 metri di sacrificio, di sofferenza e di controllo assoluto.
126.585 metri di passione.


(MF)



17 Marzo 2011
Io, speriamo che me la cavo (cronaca di un ritorno inseguendo Garibaldi)


La mattina della gara. Un rito che si ripete sempre uguale. Un rito che personalmente stavo quasi dimenticando. Un rito che fortunatamente ti resta dentro. Un rito che corre sul filo della scaramanzia e che richiede i suoi tempi. Un rito che trasforma la colazione in puro doping, e ti fa ingurgitare “sostanze” che normalmente non assumeresti mai le altre mattine. Le mie mitiche tre fette biscottate con abbondante miele di melata. E poi un cucchiaino extra di miele che non fa mai male.
Il rito si trasferisce poi all’appuntamento con gli altri atleti della squadra per il doping collettivo. Tutti insieme, sotto l’attento controllo di chi versa il prezioso liquido scuro, per assumere quelle sostanze deputate a potenziare quanto già ingurgitato a casa. La scura bevanda. Bevanda generalmente nota come caffè, ma che in queste mattine si trasforma in una sorta di elemento chiave abile ad aprire le porte dei record.

Rito concluso. Si parte. Stamattina si parte alla volta di Valle di Maddaloni per essere trasferiti a Limatola e coprire (noi di corsa) quello che fu il percorso di Giuseppe Garibaldi (lui a cavallo).
E come tutte le celebrazioni che si rispettano non è mancato l’Inno Nazionale, discorsi commemorativi e Garibaldi. Garibaldi che con il suo prode destriero è partito per coprire la nostra stessa distanza. Dopo 150 anni. Seguito dai 350 podisti quasi tutti in maglietta rossa. Non tutti in quanto qualcuno, per sua stessa ammissione, si è definito come totalmente refrattario al rosso. Una cosa è però certa, non abbiamo notato nessuno in tenuta “full green”.

Bang. Si parte.
Si parte dalla piazza di Limatola alla volta di Valle di Maddaloni. Sarà pur vero che sono autoctono, ma il dettaglio orografico del percorso che avremmo fatto mi sfuggiva, per cui in questi casi si va di logica. Per cui Limatola è più in alto di un posto che ha nel suo nome il sostantivo “Valle”. Lo dice la parola stessa. Valle, che nell’immaginario collettivo evoca immagini di distese pianeggianti. Allora vuol dire che è tendenzialmente a “scendere”. Bene. E’ quello che ci vuole. 18,6 km non troppo impegnativi da fare dopo un fermo macchina durato circa 2 mesi.
Oltre a quelli dei garibaldini, partono anche altri cavalli. Di quella razza bipede e muniti di pettorale. Partono e vanno al loro passo, e fanno la loro gara lì davanti a competere con gli altri della stessa razza.
Un po’ più indietro lo spirito che caratterizza i primi chilometri è assolutamente goliardico e fa tutt’uno con le incitazioni delle persone lungo il tragitto. Si scherza e si ride fino al 9° km circa, in fondo siamo a metà dell’opera. Fino a questo punto il percorso è stato caratterizzato da non impegnativi sali-scendi e che personalmente ho corso in compagnia di Stefano. Il 10° km ci riporta invece alla dura realtà, proponendoci una salita inesorabile e micidiale di oltre 1km. E’ qui che mi affiancano Peppe e Anna e risvegliano in me un po’ di carica e sopito orgoglio podistico. Anna dal passo terribile in salita. Sale, corre e …..  parla pure!

Da qui il percorso diventa un continuo sali-scendi, anche se il ricordo è più “sali” che “scendi”. Ma fortunatamente si arriva a Valle di Maddaloni. Appunto Valle. Mentre ancora mi arrovellavo il cervello a collocare il sostantivo valle con l’orografia del posto, mi sovviene il ricordo della maratonina della mela annurca. Il tempo di metabolizzare il ricordo che siamo di nuovo impegnati sulla terribile salita in acciottolato all’interno della cittadina. Qui dove il reparto di cardiologia dell’ospedale più vicino ha certamente pagato un po’ di persone lungo la salita per ripetere a tutti: “forza, è quasi finita”. Ma cosa? La salita o la gara?
E così si cominciano a vedere i “ponti della Valle”, e procedendo sempre in salita ci si accorge che, ahimè, la strada era troppo in basso per arrivare semplicemente fin lassù. Ed è qui che si consuma il colpo di grazia. Un dislivello pauroso, in fondo siamo solo al 16° km (cosa vuoi che sia), ci conduce sui tornanti alla volta dell’imperioso acquedotto di vanvitelliana memoria, protetto dall'UNESCO come patrimonio dell'Umanità. E qui l’attenzione aumenta, non per il panorama come sarebbe naturale fare, bensì per prestare attenzione a dove si mettono i piedi, essendo chiarissime sul selciato le tracce del passaggio di Garibaldi e soprattutto del suo cavallo. Finito lo slalom tra le “fortunate” tracce equine, ecco che ci si lancia a capofitto verso il traguardo. Ma Peppe e Anna dove sono? Eccoli, sono proprio lì davanti. Mi stanno aspettando. Mi aspettano per tagliare il traguardo insieme. Stremati, esausti …. ma soddisfatti.

Non me ne vogliano gli amici dell’Atletica San Nicola, ma in questo evento, e dico proprio questo, mi sono lasciato distrarre e trasportare dalle emozioni. Rimedierò leggendo di voi nella classifica ed aggiornando la nostra.

Io che sperando, alla fine me la sono cavata!


(MF)



17 marzo 2011,  – Bentornato Maurizio !

maurizio

Finalmente il momento è arrivato.   La  competizione:  “ Sulle orme  dei garibaldini”; 18.6 km  “durissimi”   da percorrere per andare da  Limatola a Valle di Maddaloni  passando per Sant'’Agata dei Goti.  

Finalmente la buona sorte, aiutata da un plantare miracoloso,  ha voluto che Maurizio Fucile, marito modello, padre esemplare, professionista della I &CT riconosciuto e apprezzato, cronista raffinato e runner entusiasta potesse ritornare alle gare.  E che gara! Una di quelle  che non lascia dubbi sulle condizioni fisiche: se arrivi vivo sei ok. 

Non ne potevamo più della sua ossessiva  necessità di  fare, di dire, di commentare, di organizzare, di proporre  qualsiasi cosa che gli confermasse che, seppure momentaneamente inabile, continuava ad essere un  vero runner. 

Con pazienza lo abbiamo sopportato. Lo  abbiamo assecondato. Abbiamo provato ad aiutarlo a superare le sue insicurezze anche se stavamo quasi per perdere le speranze quando una domenica pomeriggio  abbiamo letto, sul nostro sito, un suo articolo (con tanto di sevizio fotografico) appassionato e coinvolgente su “"il nuovo smanicato dell’Atletica San Nicola"”.  Per fortuna  ora è tutto alle spalle. Bentornato Maurizio!

(CP)



san13 Marzo 2011
San Giuseppe Vesuviano – Sorrento


I circa 42 km che separano i comuni della provincia di Napoli, San Giuseppe Vesuviano e Sorrento, che apparentemente per un caso coprono la distanza della competizione delle competizioni, sono stati teatro di un evento unico e per partecipazione e come esempio di ottima organizzazione. La maratona dell’SS145.
Un percorso a dir poco durissimo, caratterizzato da …….. ehm ehm, scusate. Mi avevano fornito informazioni errate. Domenica 13 marzo, non si è disputata una maratona tra San Giuseppe Vesuviano e Sorrento, bensì due gare distinte sulla distanza dei 10 km.

E allora, chiarita la situazione, procediamo con ordine.

San Giuseppe Vesuviano anche quest’anno ha collezionato oltre 1000 podisti ai nastri di partenza, per un avvenimento che è una garanzia. Una garanzia di buona organizzazione, buona riuscita e soprattutto garanzia di non fare il personale, “grazie” al percorso difficile e opportunamente complicato da salite. Talmente ben organizzato che sono riusciti a tenere lontana finanche la pioggia da questa allagata domenica.
L’Atletica San Nicola si è presentata con un ottimo quintetto che non ha minimamente sfigurato al cospetto di cotanto percorso sì tecnico.
In testa Biagio Pastore che ha rischiato grosso. Infatti alle sue spalle tramava Mario Salvo che le ha provate proprio tutte per colmare i soli 26 sec. che lo hanno separato da Biagio, cercando in tutti i modi un sorpasso che non gli è riuscito. Si sono poi susseguiti sul traguardo i Letizia, prima il giovane Francesco e poi Stefano, per chiudere con il nostro amato ex presidente Angelo Marino.
Bene. Anche questa volta la nostra “porca” figura l’abbiamo fatta.

Sorrento invece, in occasione della decima edizione della manifestazione denominata “collinando”, non ha risparmiato ai 200 podisti ai nastri di partenza l’ebbrezza della pioggia. Pioggia che ha accompagnato tutti per l’intera gara. Pioggia che ha ben refrigerato e tenuto compagnia anche al nostro prode scudiero Giuseppe Vanacore, che in qualità di messo, in quel di Sorrento, con il compito di tenere alta la bandiera dell’Atletica San Nicola, ha anche lui ben figurato. Il percorso è cominciato con un primo tratto in discesa, a totale beneficio dell’andatura. Fino al settimo km il percorso si è poi dipanato con una leggerissima salita che non ha impedito al nostro prode rappresentante di tenere una media tale da ritoccare, in previsione, il personale sulla distanza. Alla fine del settimo km circa, è qui che finalmente Giuseppe ha capito perché questa gara è denominata “collinando”. E’ qui che si è imbattuto nel durissimo tratto in salita finale che gli ha definitivamente rovinato la media. E’ qui che solo stringendo i denti è arrivato sino in cima …. solo così “terminando il collinando”.

Bene, anche quest’ultima bagarre podistica è archiviata.
Si chiude in attesa
dell’evento di giovedì prossimo.

Giovedì, 17 marzo,
insieme per i 150 anni della nostra Repubblica.

(MF)



6 - marzo 2011, Palma Campania: la gita di carnevale

 

palma

Noi runner della Atletica San Nicola -si perché runner è più "cool"che podista, e senza la “s” finale perché scriviamo in italiano-   abbiamo gareggiato  oggi, 6 marzo 2011, a Palma Campania  su un percorso “ molto tecnico”. Ottima organizzazione se non fosse stato per il solito “balletto” iniziale della partenza. Ormai dopo diverse decine di gare di esperienza,  chi scrive ancora non ha capito “da dove si parte”. Esiste quasi sempre un arco in corrispondenza del quale spesso c’è scritto PARTENZA a caratteri cubitali. 

Gli atleti provano a sistemarsi sotto l’arco pensando, così,  di essere ok. Si,  perché  quasi a nessuno è dato sapere in quale verso si svilupperà la gare  e quindi sistemandosi sotto o vicini si pensa comunque di non partire troppo indietro.  Si  riuscirebbe nell’ intento se non fosse che è “raro” partire proprio in corrispondenza dall’arco.  Forse è un trucco degli organizzatori, che avrà sicuramente un obiettivo  ma che a noi è ignoto.   Oggi, quindi, si è ripetuta la solita sceneggiata. In prossimità  del’orario di partenza,  si poteva osservare una distribuzione della densità umana  a campana (come direbbe qualche matematico) che decresceva allontanandosi dall’arco.  

 

Passa qualche minuto e il gruppo si muove .  Si parte!  Non si fa in tempo ad azionare  il cronometro,  stop! Forse si cambia verso.   No, si riparte nella stessa direzione (ovviamente a decine di metri dall’arco) , questa volta si riesce a far partire il cronometro ma , pochi secondi e,   stop  di nuovo!   Si riazzera il crono,  passa poco e finalmente si sente lo speaker che dice “accendete i fuochi si parte!”.  Finiti , quindi, i  soliti cinque minuti,  visti e rivisti  in cui gli organizzatori sono i soli  protagonisti , si parte  davvero!

 

Salite, ma lo sapevamo, e discese e poi ancora salite ma  niente di disumano:  meno di 100 metri di dislivello da coprire in  ciascuno dei 2 giri .   La gara era in maschera, o almeno questo era l’intenzione.  Qualche atleta maschio  ha provato a travestirsi ma l’aggettivo che ci viene  spontaneo per descrivere lo spettavolo è “triste”; gli onori della cronaca li meritano   le solite fatine, gattine, amazzoni guerriere (si può intuire dalle foto).

 

Nessuno era andato per fare il personale o il “tempone”  perché delle salite si sapeva, ciononostante  qualcuno ci racconta  di grandi prestazioni, non lo contraddiciamo, lo lasciamo nel  suo autocompiacimento, nonostante il GPS   ci indichi che mancano  230 metri a 10 km  (quasi un minuto per chi va al  passo di 4 minuti a km).  

 

E  noi dell’atletica San Nicola?  Noi non dovevamo esserci.   Ed è forse questo anche spiega lo spirito delle riflessioni,  fatte, oggi, quasi da osservatori esterni.    Per  “motivi tecnici”  non siamo riusciti a partecipare alla competizione che si svolgeva a Marano e abbiamo scelto di ritrovarci comunque oggi   per gareggiare in quei di Palma Campania.   Abbiamo dato, come al solito!  Nessuno si è risparmiato anche se i postumi della Roma-Ostia per qualcuno e più semplicemente i postumi di mali stagionali per altri potevano condizionare la gara. Ma cosi non è stato. Ottime prestazioni di tutti, anche senza maschera. Prossimo appuntamento domenica 13 a San Giuseppe Vesuviano per, finalmente, vedere consumata "la sfida" tra Ettore e Achille. Conteremo i minuti,  aspettando  di sapere chi  sarà , tra Maiello e Mandarino, l'Achille dell'atletica san nicola.

(CP)

 



4  marzo 2011 - Spargete la voce.

 

Spargete la voce, il guanto è lanciato!  Mandarino  non ha dubbi, è  pronto e non  vuole più aspettare. Spargete la voce, avvisate Maiello!  Avvisatelo che domenica sarà l’inizio di una nuova storia.  Avvisatelo che da domenica  la sua lista si allungherà,  la lista di quelli che in gara vede di spalle  e solo per pochi metri. Se allenerà la mente e il corpo per la battaglia potrà resistere. Se  continuerà a lavorare svogliato non potrà  farlo.  Raccoglierà la sfida?  Avvisate Maiello,  Mandarino è pronto!   

(CP)
 

 

 
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