30 novembre-Napoli Pompei
Per grazia ricevuta

Ho deciso solo venerdi di prendere parte a questa classica del podismo amatoriale nostrano, la Napoli-Pompei. So che Letizia il piccolo vi partecipa da solo e mi fa piacere fargli compagnia: lui è un atleta che macina 80/90 km a settimana mentre io ne faccio  appena 30/40 km ma ho anche 10 anni  in più. Riesco a iscrivermi venerdi sera dopo aver mandato una decina di mail a gente che niente ci azzeccava con l’organizzazione ( qualcuno mi ha anche risposto male). 
Sabato mattina il giovanotto va a ritirare i pettorali a Pompei che mi consegna la sera al solito bar in piazza. Qui intanto la solita cricca malpensante lo mette in guardia da  un mio probabile forfait per la mattina seguente visto che l’appuntamento per la partenza è previsto per le 5.45 (in effetti la mia fama è più per le gare a cui do forfait che per le eccellenti prestazioni in quelle a cui partecipo).Qualcuno  poi mi dice che quella gara non fa per me che sono schizzinoso, in quanto si corre tra le auto. 
Non do retta ai malpensanti e lascio il bar per l’opportuno ritiro pre-gara che questa volta effettuo a casa Cassandra dove si inizia con un antipasto fatto di crocchette di melanzane, pizze rustiche, ecc accompagnate da prosecco, per proseguire con carboidrati ( importanti per la gara) a base di lasagne, proteine incastonate in un pollo ripieno e per finire i fondamentali zuccheri (ne avremmo avuto bisogno dal 18 km in poi) anch’essi ben incastonati in un babbà bagnato (anzi affogato) col rum e torta al cioccolato, il tutto accompagnato da ottima grappa. Al ritorno a casa, mentre mi infilo il pigiama diventato strettissimo, prendo la definitiva decisione che non potrei mai lasciare da solo il piccolo Letizia : devo assolutamente andare altrimenti per smaltire quella cena mi occorreranno due settimane. 
Dopo una notte passata quasi insonne per ovvi motivi, alle 5.50 sono sotto casa del piccolo e in mezz’ora arriviamo a Pompei  dove poi prendiamo la navetta di turno che ci porta in piazza Plebiscito dove è prevista la partenza. Si parte in orario quasi perfetto, alle 8:35. 
Ci prefiggiamo un ritmo gara di 5/5.10/km e tra bestemmie di automobilisti e motociclisti ci avviamo per strade disconnesse, piene di fossi e a prevalente manto fatto di san pietrini e basolato alla volta di Pompei ; passando per la ridente cittadina di San Giovanni a Teduccio per poi continuare a Portici, Torre del Greco fino ad arrivare al 18 km. In perfetta media, ecco che a quel punto  il piccolo inizia a fare i capricci, non vuole più correre e comincia a camminare; gli ricordo che a quel passo avremmo impiegato altre due ore per arrivare e visto il traffico veicolare che c’è per strada consiglio di chiedere un passaggio (facciamo più bella figura). A quei pochi passanti che intanto ci incitano a correre, dico che noi pur avendo il pettorale siamo dei pellegrini che per voto  procedono alla volta del santuario a piedi e attendiamo che ci consegnino l’effige della Madonna dell’Arco per portarla in basilica (con il fisico che abbiamo e con quella andatura sono sicuro che abbiamo fatto una bella figura.). Dopo qualche km il piccolo sembra riprendersi, e proseguiamo allo stupefacente ritmo di 5.40/6 a km: mi sembra quasi di volare mentre oltrepassiamo altri paesini come Ercolano, Torre Annunziata facendo slalom tra auto in doppia e tripla fila. E' qui che penso alla miserabile condizione del podista, costretto da non si sa che cosa a partecipare a gare come questa per assecondare chissà quale nevrosi o peggio psicosi mentale (oddio, io partecipo per smaltire le 3000 calorie della sera prima) , e se mai vi dovessi partecipare di nuovo chiedo a chi mi è amico di farmi ricoverare in una clinica per malattie mentali. Giungiamo al 27 km e un vigile pensando di farci coraggio ci dice che manca solo un km ma noi già sappiamo che quest’anno in nostro onore hanno allungato la gara di 1 km e mezzo per cui ne mancano ancora due e mezzo. Finalmente al 29 km vediamo la cupola della basilica e dopo 2 ore e 48 minuti termina il nostro pellegrinaggio. Il tempo di rinfrescarci un pò e dopo essere andati due volte avanti e indietro fino al parcheggio della macchina (ci siamo dimenticati di ritirare le nostre borse all’arrivo) ci mettiamo in auto e torniamo alla volta di San Nicola con la promessa da parte mia di non rifare mai più questa gara, anche per rispetto alla Madonna di Pompei che questa volta ci ha graziati.

Giuseppe Nuzzo

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23 novembre-Mezza Maratona Internazionale Reggia Reggia
Se non sei Keniano...

Il lettore, in cerca fra le righe di questo articolo, del difetto della critica o della polemica nell'organizzazione di questa gara, rimarrà deluso; a me è sembrato tutto perfetto ma è doveroso che vi dica che il racconto vivrà delle mie emozioni ed io, alla mia prima gara, penso che questa sia stata la domenica più entusiasmante degli ultimi anni.

Stamattina in tuta, zaino ed in sella alla mia bici pedalo tutto contento in direzione della Reggia di Caserta, luogo della partenza; la mia emozione in una San Nicola La Strada vuota ed ancora sonnecchiante si sarebbe forse esaurita dopo qualche pedalata ma felice come quando incontri un vecchio amico, mi imbatto da subito in un filotto di podisti che, alla maniera di Francesco Letizia, Michele Lombardi e chissà quanti altri, raggiungono di corsa il luogo del raduno.

Vi risparmio il riscaldamento, gli annunci al microfono e spostiamo la lancetta alle 9.00, momento della partenza. In molti, compreso me, non si aspettavano questa puntualità ma tanto nessun problema: si cammina al trotto per almeno 200 m e questi metri li ho vissuti con un brivido di gioia e soddisfazione.

All'altezza di via Cesare Battisti dalle retrovie spuntano i primi podisti dalle grandi ambizioni: si infilano fra la gente, sui marciapiedi ed il loro passo è talmente diverso dalla massa che danno l'impressione di essere in tremendo ritardo o di essere pronti a scippare qualcuno.

Verso la fine di via Acquaviva tanti applausi al grido di "Tanti auguri Peppe!!", ma costui forse per timidezza o perchè senza fiato, non ha ringraziato.

"Signora, complimenti per la messa in piega", dice un ragazzo di Somma Vesuviana; ho spezzato il fiato, sono rilassato e presto anche io attenzione a quello strano casco da ciclista biondo che non vive il disagio del sudore e dei km.

Qualcuno flirta con podiste solitarie che sembrano gradire ma si corre e quindi tutti e due sanno che è solo esercizio per evitare la noia.

Intorno al 10 km noto un podista sui 70 anni di strano aspetto; come era fatto? Giuseppe Garibaldi, con un corpo magrissimo. Gli amici lo chiamano "Baffone", soprannome inadeguato per uno che senza sforzi di fantasia poteva essere chiamato "Barbone", "Babbo Natale", "Mazzini".

Odore di carciofi arrostiti al km 11 ma come Ulisse con le Sirene, resisto e non mi fermo a mangiare.

Ecco finalmente che nel secondo tratto della tanto temuta salita di Casagiove , spuntano dalle retrovie volti amici: Maurizio Fucile e Massimo D'errico in sella alle loro mountain bike. Quando appare uno sparisce l'altro ma sono troppo preso dalla salita per capire come sia possibile o per essere davvero sicuro che sia così; tanti consigli, incitamenti e rimbrotti per spingermi a dare il massimo.

Agostino Bottone e Umberto (vecchia conoscenza del calcetto) da Viale Beneduce mi sostengono: " Dobbiamo arrivare insieme al traguardo".Io dico di sì ma so che non accadrà. Con mio sommo stupore però all'altezza di Corso Trieste scopro di avere energie nascoste: sopravanzo Agostino e detto io il passo. Intanto Maurizio Fucile in religioso silenzio osserva la mia storta galoppata pronatrice e allora penso che ce la posso fare. E invece non è così: torno ad essere la pippa di Viale Beneduce, saluto e ringrazio Agostino dell'incitamento (arriverò sedici secondi dopo).

Sono felice. Ce l'ho fatta. Due anni fa non avrei mai infilato nella stessa frase "Km" e "Corsa", con l'ovvia eccezione dei casi in cui mi riferivo all'automobile Opel Corsa.
Sì, sono cambiato, migliorato nell'umore e nella forma fisica (11kg in meno) e questo grazie a tutti voi.
Mario Salvo con il suo entusiasmo e la sua casa (Mario tu non lo sai ma io al ritorno di ogno allenamento mi fermo allo start e cammino fino a casa tua, faccio l'inchino come una nave da crociera e riparto)
Pasquale Maiello che i figli li accarezza la notte e che regala "purpette" a chi non scende sotto i 5' a km.
Ciro Pascarella che con la sicurezza del Dr. House (lo so che è zoppo per cui tocca pure ferro) mi ha convinto che i dolori non si ascoltano, sono fisiologici, sono scosse di assestamento, passano.Ed ha avuto ragione.
Ringrazio Francesco Letizia ed Anna Nargiso che mi hanno fatto vivere il dramma del rapimento quando mi hanno sperduto su Garzano ma quella maledetta salita di S. Lucia oggi mi ha permesso di gestire San Leucio davvero senza difficoltà.
Ringrazio Anna Pinto per le belle parole di incoraggiamento e tutti quelli che non citerò perchè siete in tanti: mi fate compagnia durante le folli corse dietro la Saint Gobain.
E il Presidente?
Beh, lui è il vero motivo per cui l'atletica San Nicola è piena di belle persone.

Ah! Dimenticavo: mia moglie, Anna Merola, a pranzo mi ha preparato una pasta fatta in casa.Come avrà fatto visto che al 5°Km mi ha dato l'acqua?! 

Luigi Petrella

23 novembre-Mezza Maratona Internazionale Reggia Reggia
Immagini che lasciano il segno

Correva il tredicesimo km. Avevamo nelle gambe le tossine della salita che ci aveva portato a San Leucio quando è apparsa lei. Maestosa, Scintillante, Inebriante. La Fontana di Diana e Atteone, in tutto il suo splendore, come una stella cometa, ci indicava la strada da percorrere per avvicinarci all’arrivo. Proprio in quel momento, avendo negli occhi quello spettacolo, ahimè, mai troppo celebrato, un brivido lunghissimo mi ha percorso la schiena. Tutta quella beltà era lì per scortarci ed accompagnarci : un vero piacere per occhi, mente e spirito.

Comincia da qui la cronaca della Prima edizione della Reggia- Reggia, gara podistica di 21 km che si è svolta a Caserta stamattina con la partecipazione di circa 2000 atleti. Percorso molto tecnico con un inizio nervoso, una fase centrale più lineare fino all’erta del già citato Belvedere, il passaggio nei giardini della Reggia, dove credo tutti noi abbiano provato momenti di pura felicità al contatto con le fontane, il parco, i giardini; e poi la fase finale con un ultimo ingresso nella zona della Flora e l’arrivo di fronte a Palazzo Reale.

Gara spettacolare, con un unico neo: il grandissimo disappunto per l’assoluta mancanza di partecipazione di buona parte degli automobilisti casertani inviperiti per il nostro passaggio. Solidarietà ai tanti volontari che ad ogni incrocio si sono dovuti sorbire le solite stesse lamentele, le minacce del ricorso ai carabinieri, i tentativi vari di sfondamento. In più anche tanti sfottò per quelli che come il sottoscritto non facevano gara di testa.

La nostra Squadra era tutta votata alla causa, in quanto oltre ai 37 nostri alfieri che avevano deciso di gareggiare, c’erano pronti ai bordi del percorso altri venti volontari che hanno contribuito, con il loro sacrificio, rinunciando per una volta a calzare le scarpe ginniche e programmando la sveglia ad orari comunque antelucani, alla buona riuscita organizzativa della manifestazione.

Prtecipazione di tutto rispetto dicevamo: sugli scudi Nicola Leone con il 92mo posto assoluto seguito, ma più staccati, da Auricchio, un ottimo Paolo Rauci e Francesco D’Andrea. Grandissimi Raffone, Trepiccione, Pastore G., Palumbo, Seccia, Mandarino, Feola: tutti solo il tempo di 1h e 36’. Non cito tutti per ovvie ragioni ma segnalo l’ottima prova di Anna Nargiso, oramai più che una certezza; il ritorno alle gare di Anna Pinto con una bellissima prova e soprattutto l’esordio di Luigi Petrella, marito della nostra Anna Merola, che all’esordio alle gare, su di una distanza di tutto rispetto, ha confermato che il buon sangue, di famiglia, non mente. Complimenti Luigi, e benvenuto tra noi!!!

Resta alla fine di tutto la bellezza di immagini che lasciano il segno. Bellezza dei luoghi, delle persone che incontri, dei Km che percorri, degli incitamenti continui. In un celebre film Woody Allen faceva la lista delle cose per le quali vale pena di vivere: Io adoro Woody, ma se potessi parlargi gli direi di passare per Caserta….. di sicuro ne aggiungerà qualcun’altra.

 

GIOVANNI MARZANO


Name: anna pintoEmail: 
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Country:  Date: 24 Nov 2014 13:53:40 GMT

Comment: Carissimo Luigi, ho la sensazione che la tua corsa non sia finita qui. Ti sei divertito e anche parecchio. Con piacere noto che non ti sei fermato solo all'aspetto competitivo, una gara è molto di più.La corsa si ama o si odia e te ne stai innamorando. Complimenti per come l'hai gestita e portata a termine...alla prossima P:S Anna Merola, mai dire mai!!



Name: MaurizioEmail: 
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Country:  Date: 25 Nov 2014 07:13:04 GMT

Comment: Ragazzi negli ultimi tempi la mia partecipazione alle gare podististiche è passata dalle due gambe alle due ruote. A questa mezza di Caserta avrei voluto partecipare con le scarpette ma un ginocchio dispettoso mi ha posizionato sulla bici. In bici per incontrare i tantissimi amici che sono il patrimonio dei tanti anni trascorsi a calpestare strada. Abbiamo incontrato, con Max reduce dalla maratona di Torino, prima Giovanni e Vincenzo che con il loro passo macinano strada incuranti del tracciato e poi Luigi, come lui stesso descrive, per "dispensar consigli" sostanzialmente mirati trasferire la concentrazione dalle gambe alla testa. Penso che in questo Luigi sia riuscito brillantemente nell'impresa. Infine mi fa piacere aggiungere al racconto di Luigi il piacevolissimo terzo tempo c/o il Mary Bistrot, per l'appunto con Max, Luigi & consorte, per una raccolta a caldo delle emozioni di una bella mezza in cui tutti sono stati all'altezza della squadra.




Valencia 2014

ALCUNE VOLTE VINCI, TUTTE LE ALTRE IMPARI

Una stupenda giornata di sole dà il buongiorno alla 34esima edizione della Maratona di Valencia. L'emozione è alle stelle per i più dei 12 mila concorrenti alla maratona e per i più dei 10 mila podisti partecipanti alla 10km. Le ultime parole scambiate nelle gabbie di partenza rendono ancora più bella l'attesa... Ed ecco il tanto desiderato START! I primi 15km corrono sciolti e veloci per le mie gambe e la musica e l'incitamento delle persone sembrano sostenere il rapido ritmo. Poi, al 17esimo (numero significativo?), qualcosa cambia, modificando, purtroppo, il mio incedere ed il mio entusiasmo.

Forti mal di pancia mi costringono, dal 20esimo, a rallentare la mia corsa. Decido di alternarla con una sostenuta camminata, nella speranza di superare, così, il momento di empasse. Ma ho sperato invano ed in vari tratti ho avuto bisogno di fermarmi per qualche secondo di stretching.
Così per circa 20km, incitata da chi era lì come spettatore, ma anche da podisti che mi si affiancavano chiedendomi come mi sentissi e spronandomi a non mollare, a resistere... Ed io resistevo, ringraziando dal profondo del cuore questi occasionali amici che mi hanno confermato quanto, al di là dei tempi e della velocità, la corsa è, soprattutto, solidarietà e sostegno reciproco. 
Al 35esimo sentivo che le forze mi stavano abbandonando mentre i dolori, moltiplicatisi, avevano deciso di continuare a farmi compagnia! 
Ho dovuto assolutamente fermarmi in un bar, abbandonando per circa 15 minuti, il cordone dei maratoneti. Ho creduto per un momento di non poter più riprendere la corsa, ma, per fortuna, non è stato così. 
Ritorno nella scia dei podisti, mancano 7, per me interminabili, chilometri, ma decido che devo arrivare al traguardo e voglio farlo correndo. Il percorso è bellissimo e la gente intorno è come una pioggia di energia, come una fune che mi tira avanti alleviando il senso di scoraggiamento e di  stanchezza che, di tanto in tanto, fanno capolino nella mia testa e nel mio corpo. 
Negli ultimi 3km ho spento i pensieri negativi e ho annullato (per quanto possibile) tutto ciò che mi era accaduto nei precedenti km: la mia maratona cominciava nuovamente lì, in dirittura d'arrivo. Eccomi dentro il parco del Museo delle Scienze, la folla oltre le transenne incita a gran voce ed una donna, al mio passaggio, mi grida “Leona!„, ed io davvero in quel momento mi sono sentita forte come una leonessa ed ho corso gli ultimi metri con un'energia che non credevo di avere ancora. Ecco il tappeto azzurro sulla meravigliosa piattaforma sull'acqua, ecco il tabellone ed eccomi oltrepassare il traguardo con le braccia alzate per ringraziare la vita per questa mia personalissima vittoria, per quest'esperienza da mettere nel mio “bagaglio running„ e, alla consegna della medaglia, mi son detta:“Mai medaglia più meritata di questa!„. 
Il dopo ve lo risparmio perché, chi ci è passato, può facilmente immaginarlo!
Già penso alla prossima, con tutta la prevenzione del caso come alcuni di voi mi hanno consigliato!

Un caro saluto a tutti!

Daniela 
Malorgio_Valencia

Name: peppe vanEmail: 
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Country:  Date: 25 Nov 2014 22:33:33 GMT

Comment: Complimenti Dana per l'impresa a " esta es una gran maratona" .



Maratona di Torino, 16 novembre 2014- E il PB arrivò con la tredicesima.

No, non si tratta della tredicesima mensilità che tutti -si spera- percepiremo tra qualche settimana. E' la Turin Marathon 2014,  la mia tredicesima maratona.

Il PB era nell'aria, la preparazione era stata dura e precisa, iniziata fin dal mese di agosto sulle salite delle strade della costa Croata sotto la catena montuosa del Velebit. Nei mesi successivi,  in quel di Terra di Lavoro ho seguito un duro  piano di lavoro redatto dal Coach Ciro Pascarella Primo che ha messo in cantiere numerosi lunghi, grandi volumi di workout specifici per la maratona,  e allenamenti segretissimi in pista. II tutto,  poi,  era abbinato a un drastico regime alimentare. 

Anche la trasferta non è stata affidata al caso ma è stata programmata nei minimi dettagli.  A Torino mi sono trasferito sufficientemente  prima  per imparare le strade su cui avrei corso e per permettere al fisico di adeguarsi all’inevitabile cambiamento di clima.    Me lo potevo permettere e allora ho fatto come i professionisti.  Nei giorni scorsi, qualche uscita leggera, qualche corsetta nei parchi torinesi,   giusto per valutare le sensazioni pre-gara. Positive. Potevo sperare bene!.

Oggi,  arriva il giorno della gara. Nottata quasi in bianco: alle tre ho gli occhi sbarrati e sono sveglio. Sveglissimo.

Mi muovo da casa e alle 8,30  sono puntuale all'appuntamento presso l'Apple Store con l'amico e compagno di team  Massimo d'Errico.  Ci mettiamo in posa  e ci lasciamo vanitosamente  fotografe.

Rito scaramantico e passaggio sul toro di Piazza San Carlo.

Arriva il momento. Ci vestiamo o svestiamo. Ma è l’ora. Ognuno nella sua gabbia.

Cerco il mio "Pace", ma i geni avevano tutti  i  palloncini dello stesso colore,  bianco. Riesco a trovare la scritta che cercavo: "Pace 3:30".  Prometto solennemente a me stesso di non mollarlo fino alla fine.

9,30,  si parte!  4300 quelli della 42,195.  I primi chilometri a ridosso del fiume Po, sono caratterizzati dalla presenza di foschia e umidità. Attraversiamo Moncalieri, Nichelino e sfioriamo il castello di Stupinigi.

Finalmente compare il sole ma, niente di preoccupante,   la temperatura si mantiene fresca.  Dal  10° km inizia una  leggera e costante pendenza.  Nulla di grave le forze ci sono ancora.

Al  30° km -nei pressi del parco Ruffini-  inizia  una leggera discesa, che  probabilmente in tanti hanno mal interpretato.  A  36° km,  i tanti hanno pagato il conto,  quando il segno della pendenza – pur sempre leggera- è cambiato.

I "Pace" li ho marcati stretti. Non li ho mollati.  Finche’ ho potuto.  Prova ne è che  il palloncino (bianco) ha picchiato  con insistenza sulla mia fronte.  Dall'inizio non si è mai andati più lenti di 4:55 a km. Proiezione finale abbondantemente meno di 3:30

Uno dei guai più grossi della maratona e che –maledetta corsa-  non finisce al 37-mo e nemmeno al 38 km . 

C’è il  39-mo km  e gli altri.  Li, le mettono apposta, le variazioni di direzione e pendenza.   Per farmi calare, per farmi allontanare dai pacemaker.  Non posso andare contro al destino,   ma posso fare in modo che non ci sia disfatta,   ma solo  un piccolo ridimensionamento. Mi metto sulla difensiva e  riesco a contenere il distacco a meno di un minuto.  Al 41° km realizzo che ci sono, è finita,  do fuoco alle polveri, o a quello che  era rimasto e che il mio metabolismo poteva bruciare,   e  accelero  fino al traguardo.

3.29.55.

PB disintegrato!.

Coach Ciro e Lupo Perrino  soddisfatti. 

Grazie a tutti gli amici che mi hanno incoraggiato.

Appuntamento  alla 14-ma.

Franjo



La Turin Marathon: la mia cronaca.

Done direbbero gli americani.

Fatta, archiviata e conclusa con un tempo sicuramente onorevole per le mie qualità: 3h 51’ 50’’.

La corsa, il running, il podismo, è sicuramente uno sport strano. Apparentemente facile - è sufficiente un paio di scarpette, un pantaloncino e una maglietta anche vecchia – con il tempo ti “acchiappa”, ti coinvolge, si rende indispensabile, ti avviluppa, ti entra nella testa e incominci ad entrare nel suo mondo.

Agli inizi è solo un  mondo estetico: forse se acquisto una maglietta tecnica sarà più facile gestire il caldo, il freddo, il sudore, e poi quella di brand è più bella di quell’altra.

Si passa quindi a prendere coscienza che le scarpe sono importanti e si apre un mondo fatto di A3, A0, più ammortizzanti o meno, adatte o meno al proprio peso corporeo. Sempre senza tralasciare il look.

E così facendo il demone si impossessa della tua mente e, senza neanche accorgertene, inizi a confrontarti con gli amici prima, i podisti che incontri poi, nei compagni di squadra e, infine, con le tabelle e le richieste al tuo fisico di sempre maggiori sacrifici.

A questo punto, non hai più scampo. Iniziano le gare, l’approccio alle distanze sempre più lunghe, fino a quando un giorno, un po’ per celia, un po’ per sfida, incominci a pensare a lei, alla regina delle distanze, al mito, alla gara di chiusura delle Olimpiadi: la Maratona.

Esattamente un anno fa ho corso la Maratona di Firenze ma mi era rimasto l’amaro in bocca. 4h 20’ non potevano e non dovevano rappresentare il mio risultato su questa distanza. Ho continuato a pensarci fino a quando un sabato mattina, durante un abituale incontro, Alessandro e Giuseppe hanno lanciato l’idea di correre insieme una maratona, magari quella di Torino. Poi, i figli neonati hanno modificato le aspettative dei due amici. Io, però, ero entrato nel loop, e a luglio ho acquistato il biglietto del treno (un primo passo). Per il pettorale ho scaramanticamente atteso l’ultimo momento.

Molti amici e 4 mesi di tabelle mi hanno accompagnato in questo percorso. Sabato 15 novembre ero pronto, confidavo nella possibilità di concludere la maratona sotto le 4h, unico dubbio le condimeteo (ma insieme con altri 4000 e più avevamo le dita incrociate).

Domenica 16 novembre Torino si è vestita a festa e ha allontanato le nuvole lasciando il posto ad uno splendido sole. Si può fare con maggiore serenità.

Il resto è una corsa lunga 42,195 km ricca di emozioni, incitamenti, passione. L’arrivo in città, l’ultimo km – un rettilineo - è stato emozionante, l’adrenalina ai massimi livelli ed il traguardo in fondo al viale. Tanta gente ai lati della strada ad incitare con partecipazione, con amicizia, con la coscienza della sofferenza patita.

Fatta, archiviata e conclusa: 3h 51’ 50’’.

Prossimo appuntamento ……….

Alla Turin Marathon non ero l’unico rappresentante dell’Atletica San Nicola. Francesco Catania, in grande spolvero per l’avvenimento, ha partecipato fermando il cronometro a 3h 30’ conseguendo un eccellente risultato.

max


Name: PeppeVanEmail: 
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Country:  Date: 17 Nov 2014 10:07:53 GMT

Comment: Caro Franjo, complimenti. Bello viverla dal tuo racconto perché chi ha corso almeno una maratona sa anche leggere tra le righe. Un abbraccio, Peppe Van



Name: The PresidentEmail: 
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Country:  Date: 19 Nov 2014 13:17:33 GMT

Comment: Complimenti ragazzi....bei racconti,e molto emozionanti, di questa Turin Marathon 2014  che mi fanno andare indietro nel tempo, ricordandomi delle mie passate edizioni in questa distanza, dove anche se sei preparato, il rischio di non poterla raccontare è abbastanza alto, ragion per cui va dato massimo rispetto per questa gara fino all'ultimo metro. Che dire, oltre a saperla raccontare i nostri validi atleti hanno anche saputo affrontarla  tant'è che hanno polverizzato i Personal .Best su questa distanza.  Bravi.

Approfitto di questo commento per congratularmi anche con Daniela Malorgio che lo stesso giorno di Torino era presente con i nostri colori alla Maratona di Valencia. Maratona che nonostante le enormi difficoltà con un problema intestinale in cui  al 36 km addirittura si è dovuta fermare, rischiando di non arrivare al traguardo, ma,  invece con grandissima tenacia e forza d'animo che solo le tipe toste come Daniela sono capaci di tanto è riuscita a riprendersi riuscendo con sacrificio a conquistarsi l'arrivo e la sospirata  medaglia.
Anche questa volta l'Atletica San Nicola è stata protagonista.
Ad majora  



Name: MaurizioEmail: 
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Country:  Date: 20 Nov 2014 06:58:52 GMT

Comment: Oltre alle parole scritte, che mi hanno permesso di vivere con voi il tracciato all'ombra della mole, quello che più mi ha colpito sono le foto che ambedue avete scelto per rappresentare questa ennesima impresa sia personale che di squadra. Max inquadra il kit scelto per la competizione; cosa questa non semplice in quanto quello è un momento in cui tutto passa al vaglio del "kit di incertezze" che si hanno prima di una maratona ... lungo, corto, pesante, leggero, fascia, cappellino ... ma poi c'è la scelta che apre al "kit di certezze" che ti porteranno fino ala fine di una così impegnativa prova; poi c'è invece Franjo che inquadra il momento della soddisfazione dopo la gara; l'avercela fatta e l'aver finito secondo un piano che accompagna per tutta la competizione e che non sempre si riesce a seguire. Infine di Daniela una foto ce la fornisce Nick e la descrive come tutti la conosciamo: "really hard". BRAVI ragazzi.



Name: Peppe VanEmail: 
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Country:  Date: 21 Nov 2014 08:12:36 GMT

Comment: Scusa caro Max avevo mancato di commentare la tua grande impresa. FANTASTICO, sei un grande. A presto peppe



Name: DanielaEmail: 
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Country:  Date: 26 Nov 2014 21:41:11 GMT

Comment: Grazie a tutti per le vostre affettuose parole. Complimenti a voi che avete partecipato alla maratona di Torino: siete grandi! Con affetto, Daniela




Caserta 09-11-2014, Flik e Flok di fretta. Al ritmo dei bersaglieri. Anzi di più.

Ho venti minuti  a disposizione. Devo fare in fretta, ho mille cose da fare, e ora anche questa …  e per questo devo ringraziare il mio carissimo amico Roberto Ominto.  Doveva essere lui a raccontare di ieri, della flik e flok, un giorno da bersagliere. Ma si è dimostrato  inaffidabile.   Mi auguro solo che non lo sia il 30 novembre (lui sa) . Chiacchierone. 

Ci siamo, partiamo da lui.  Ritorno alle gare col botto. Dopo innumerevoli gravidanze e anni di inattività, alla prima gara, 42 minuti netti. Che spettacolo!    Nel caso si iniziasse ad allenare solo la fantasia potrebbe limitare la sua performance… 

Scendo da casa  in completo da gara, pettorale , chip.  Devo solo gareggiare. Alle 8:45.  Che figata!

Torniamo a bomba.   Una gara a Caserta. Dieci km. Organizzata dai militari, dai bersaglieri. Premesse che lasciavano be sperare. Ma si è andati al di la delle promesse. Fantastica organizzazione.  Un orologio svizzero. Strade presidiate. Chiuse al traffico. Segnalate chiaramente . Ristori perfetti.  Svizzera, cantone tedesco. Bravi, Bravi!      

Eppure è Caserta!

L’Atletica san nicola è numerosa. Tanti iscritti.  C’era l’obiettivo di conquistare il secondo posto di squadra. Fatto! Perfettamente.  Secondo posto de buono spesa da decathlon di 150 euro.  Li spenderemo tutti in calzini, o in mutande. Vedremo.   

Dovrei adesso guardare la classifica per capire come sono andati i singoli ma il tempo che mi rimane è pochissimo.  (In realtà quasi sempre mi annoio a guardarla, ma oggi non posso proprio).  

Chi è andato sicuramente ultra-benissimo è Paolo Rauci, in  grande forma.  In forma stratosferica, precede di pochissimo un sempre veloce Michele Auricchio.

 Nicola Leone  si conferma sui suoi tempi  ed è  il più veloce della ASD. Non sbaglia mai una gara ed è l’unico maschio  della nostra squadra premiato!   

… ma già il mio  tempo è praticamente finito..  mi restano solo due minuti, come dice la famosa canzone .

Dirò, allora solo di quelli che ho visto in gara intorno a me,  a pochi passi o metri (chiedo venia a tutti gli altri/altre … ma sono ottimista e sono certo al mio si aggiungeranno dei racconti di ieri, meno frettolosi e approssimativi) .  

Ciccio D’andrea, un po’ meglio rispetto a valle ma  forse ci vorrà ancora un po' di   tempo prima che torni  al 100%.  

Romeo Gatto, questa volta,  seppure mi abbia  superato non lo ha fatto con la stessa facilità di Casagiove….  (sarò’ diventato meglio io o peggio lui?)

E poi Gianni Raffone, a cui se alla partenza mettessero un guinzaglio si toglierebbe sicuramente tante soddisfazioni…    non ho visto nessun altro (incredibile ma vero… sono partito avanti, non ho superato compagni e solo Romeo mi ha raggiunto.. )

E poi  io,  a tempo scaduto…ma  è un'altra storia. E’ una storia che racconta di  pochi secondi. Che vi dirò,  forse, un'altra volta, magari fra un mese…. con calma

Oggi  no,  ho fretta, mille  cose che devo e altre mille che vorrei da fare.  Tra cui andare a correre .

 adios, ciro


 

9 novembre-Caserta XV Ed Flik -Flok

Dietro ci sono io.

Caserta e Esercito: da anni un connubio inossidabile. Io ed Esercito: amore per 15 mesi poi ci siamo lasciati. Io ed un militare dell'esercito: una domenica mattina insieme.

Il militare è Max (nella foto con Anna e Peppe, altri due miti di cui vi dirò dopo)

Max ha mostrato un pregio enorme ed un difetto ancora più grande. Dopo esser giunti nel parcheggio della caserma Pollio insieme a Sandro Biondillo, quest'ultimo con la sua immensa delicatezza, ci fa subito notare che necessita di un caffè accompagnato da un cornetto e che se non si esaudisce la sua cortese richiesta, si mette male.

Max lo asseconda subito (PREGIO), e ci porta in una pasticceria di via Mazzini, ai più sconosciuta, dove oltre ad un buon caffè, per l'allegra compagnia della sfogliata, il Biondillo con Francesco Landolfi, reclutato strada facendo, assaggiano e decantano le lodi anche di una frolla da sogno. Durante il tragitto la "compagnia della sfogliata " assolda nonno Pasquale, Anna Merola e Vincenzo Poliseno.

Prima della partenza il solito chiacchiericcio e foto di rito con gli amici podisti sia di vecchia data che con gli ultimi arrivati. Intanto un ritorno graditissimo: dopo due anni e tre figli rientra  in divisa da gara, Ominto Roberto accompagnato dal mitico coach Ciro Pascarella. Roberto tra una chiacchiera e l'altra ci annuncia che intende archiviare il suo rientro in gara con un tempo a suo dire dignitoso. A me chi ha le idee chiare piace, specie se poi alle chiacchiere fa seguire i  fatti : se 42' 00'' circa è dignitoso che gli vuoi dire?

Io non dico niente. Soltanto avrei dovuto capirlo prima, che chi va col coach impara a coachare.

Veniamo alla gara ora. Si decide di sciogliere la compagnia della sfogliata e si suggellano sodalizi vari di gruppi di due o tre persone.Io coalizzo con Max e si parte.

Dopo circa 750 metri incontriamo Peppe Nuzzo e Anna Nargiso e notiamo che Peppe è pervaso da un continuo movimento strano e solo alla fine capiamo che non era prurito ma stava solo cercando di tirare fuori dal taschino posteriore dei calzoncini il suo doping, il telefono o meglio, la macchina fotografica .Infatti da come potete vedere in foto tutto viene immortalato.

La gara per me finisce qui. Il senso della gara è stato colto quindi riprendiamo senza grosse pretese.

O meglio era quello che credevo.

Qui Max (DIFETTTO) senza proferir parole mi fa chiudere la gara con la media di 4'40'' a Km.

Lo so è un tempo da normodotato e che per tanti è uno scherzo andare a quel passo, ma provate a mettervi nel mio corpo e correte a quel tempo, poi mi dite.

Altro della gara non ho da dire, per me è finita con la foto poichè dietro alla macchina fotografica ci stavo io.

Restando invece nel serioso volevo dare, un benvenuto a bordo a Pasquale Velotto, che chiude alla grande la sua prima gara,  e far notare i risultati che gratificano il lavoro e l' applicazione con cui si allenano alcuni nostri amici-atleti: Poliseno che vede premiati i suoi sforzi scendendo sotto il muro dei 44'; Feola F. e Bottone che migliorano gara dopo gara;  F. Landolfi   che s'è fregato il mio mentore e chiude benissimo e poi la disputa in famiglia Feola-Ciccarelli che vede arrivare  al traguardo Rino prima ma a punteggio vince Elsa, la moglie.

Dimentico sicuramente qualcuno visto che ci siamo presentati in 41 e chiedo venia, ma vogliamo dimenticarci che siamo la seconda società classificata?

Direi proprio di no, quindi onore e merito ai veloci atleti ed ai nonni-volanti che abbiamo con noi, che ci permettono tali exploit, e merito anche a chi come me partecipa.

Per concludere suggerisco  di regalare il buono con cui siamo stati premiati al Nuzzo in modo da poter comprare qualche aggeggio da mettere vicino al telefono che gli permetta di fare dei selfie in movimento, altrimenti come  fa a giustificarsi al telefono mentre corre e rimprovera il suo interlocutore accusandolo di costargli la vittoria con la sua telefonata?

Gilet



Atletica San Nicola corre fino a New York

Domenica 2 novembre  nella Grande mela col cuore e col pensiero c'eravamato tutti. Ma realmente sono stati in due gli Atleti della nostra squadra che hanno realizzato il sogno americano di ogni podista: Alessandra Tamburrini e Mario Mastrangeli hanno corso le 26 miglia ovvero i 42 km e 197 m della maratona di New York, giunta ormai alla sua 44esima Ed.

Non una maratona qualunque, ma quella che più di tutte esercita fascino e sfida maggiori per percorso, organizzazione e tifo degli americani come poche altre al mondo.

Mario ha iniziato a correre nel 2008 ed è un maratoneta esperto che vanta medaglie sia nazionali che internazionali e alla sua collezione mancava giusto quella newyorkese. In realtà aveva già tentato di conquistarla nel 2012  ma quell'anno, come molti ricorderanno, la maratona fu annullata all'ultimo momento per l'arrivo dell'uragano Sandy. Pertanto questa volta vi è tornato apposta, sfidando oltre se stesso anche il freddo gelido che proprio nei giorni scorsi si è abbattuto sulla città, tant'è che questa edizione verrà ricordata come la più fredda degli ultimi vent'anni.

Alessandra invece si è approcciata alla corsa soltanto da 2 anni e circa 8 mesi fa è entrata a far parte di Atletica San Nicola con l'obbiettivo sicuramente di cominciare a gareggiare ma la sua vera motivazione era quella di farsi un regalo speciale per il suo compleanno che sarebbe caduto proprio il 2 novembre : un bel viaggio oltreoceano nella citta più bella del modo da godersi " correndo " dopo aver passato però gli ultimi tre mesi ad allenarsi duramente con ogni condizione atmosferica e almeno 1000 km macinati.

Prepararsi ad una maratona, e loro lo sanno bene, non è certo una passeggiata, occorre tenacia, un'enorme forza di volontà e capacità di venire a patti con la sofferenza sia fisica che mentale.

Ad ogni modo le loro storie ed il loro vissuto si sono espressi al meglio delle proprie possibilità tra quelle di 2.059 italiani e 55.000 partecipanti provenienti da ogni dove, subito dopo l' inno nazionale ed il tradizionale colpo di cannone partendo dal famoso ponte di Verazzano (dedicato all'omonimo navigatore italiano primo europeo a sbarcare nel XVI sec. nella zona di NY) che unisce Staten Island a Brooklyn ; proseguendo poi per i distretti di Queens, Bronx, la 66esima strada di Manhattan fino all'arrivo posto all'ingresso di Cental Park.

A vincere sono stati i soliti kenyoti sia in campo maschile che femminile ma vincitori sono tutti coloro che hanno tagliato il traguardo. Per noi hanno vinto Alessandra e Mario che ci hanno magnificamente rappresentato come squadra.

Medaglia e New York conquistati.

 Anna Merola



MelaAnnurca201426 0ttobre 2014-Mezza Vanvitelliana (12km & 25 km)

La terra dei Cachi

Puntuale come l’autunno, la, ormai, mitica Mezza Maratona della Mela Annurca è un appuntamento irrinunciabile per tutti i podisti della regione e non, vuoi perché si snoda su di un percorso sempre affascinante, vuoi perché in genere precede le classiche maratone italiane di fine autunno, ed è quindi un’ideale trampolino di lancio per gli atleti più ambiziosi, vuoi perché consente la doppia opzione dei 12 o 25 km. Insomma vuoi o non vuoi è sempre una delle gare più gettonate. Anche quest’anno circa 1900 atleti hanno deciso di percorrere le strade che da Valle di Maddaloni si snodano nella campagna caudina e che sono sempre foriere di sensazioni fortissime.

La nostra squadra si è presentata forte di ben 30 unità, suddivisi tra i 13 che hanno optato per la 12 Km ed i restanti 17 che hanno, invece, scelto la 25 km, gara dalla lunghezza anomala e per questo ancor più affascinante.

Una splendida giornata di sole ha accompagnato i tanti appassionati sul percorso reso meno duro dai numerosi simpatizzanti che sulla strada non hanno fatto venir meno il calore ed entusiasmo. Entusiasmo e calore che hanno avuto un eccezionale effetto sui nostri portacolori che, grazie alle loro gesta, hanno issato la nostra squadra al nono posto assoluto tra le società in base al calcolo parametrico. Nono posto su ben 100 società: Evviva!!!
Nella 12 km ottima prestazione, tra gli altri, di Nicola Leone, 50mo assoluto e di Anna Merola, addirittura 14ma assoluta tra le donne con un ritmo gara monstre visto il salitone del terzo km; ma ottima anche la gara di Ciro Pascarella e Francesco d’Andrea che hanno fatto gara parallela ad un buonissimo ritmo e di Gianni Raffone. 
Il mitico Giuseppe Nuzzo che, voci di corridoio insinuano, abbia rinunciato alla Maratona di Venezia e poi alla ben più impegnativa 25 Km, a causa di una promessa della nostra Anna Pinto che, ricordiamo, oltre ad essere un’ottima runner è pure un’eccezionale pasticciera, ha chiuso questi 12km accompagnandosi con Vincenzo, finalmente rientrato alle gare, e con un chiodo fisso in testa. Gli zuccheri annunciati. Ebbene, infatti sembra che la Nostra Anna si fosse impegnata per la fornitura di una torta ad un orario incompatibile con l’orario di arrivo della distanza più lunga, ragion per cui Peppe ha dovuto, di buon grado rinunciare ai sogni di gloria della gara più lunga, affogando il suo incommensurabile dispiacere negli zuccheri di Anna.

Nella 25 km grande prova di Vincenzo Trepiccione, addirittura 99mo assoluto e di Michele Auricchio. Ma segnalo anche Paolo Rauci, Giovanni Pastore e i nonni Mandarino e Maiello, quest’ultimo soprattutto si è autodefinito, immodestamente a mio avviso, polpetta, ma l’impressone è sempre di una fluidità di corsa non comune. Eppoi Super Anna Nargiso che si è piazzata 38ma tra le donne, a testimonianza del suo eccezionale fascio di muscoli che fa il paio con la sua straripante simpatia. Eppoi c’eravamo noi, il sottoscritto e Vincenzo Cennamo, al battesimo su di una distanza “lunghissima” e per questo carichi di ansia e di timore. In settimana avevo espresso il timore, infondato a dire il vero, di essere scambiati per cachi. Niente di più falso, oggi eravamo tutte splendide mele, ognuna con il suo colore e sapore. Per fortuna i nostri allenamenti all’unisono hanno garantito la tenuta delle nostre gambe anche sulla temuta salitona del 14 km; certo il passo non è stato dei migliori ma come disse De Coubertin ,soprattutto in certe manifestazioni, “l’importante è partecipare”.

Ad ogni modo rientrare dopo 8 mesi di “letargo” dalle gare è stato fantastico. Le distanze, purtroppo, non consentono di frequentarci aldilà delle gare, eppure la vostra accoglienza è stata fantastica. Ammetto di non essere un podista compulsivo, né di essere ligio ai suggerimenti del Presidente in merito alle gare “consigliate”. Di certo non ne vado fiero, ma tant’è. Eppure stamane mi sono sentito a casa. Sono stato avvicinato con calore ed entusiasmo, ho rivisto tutti i vecchi compagni d’avventura, ne ho conosciuti di nuovi, ho stretto la mano a persone che stimo e abbracciato altre cui voglio bene.

Ecco quando sento parlare di squadra, io penso a voi. E se qualcuno obietta il contrario, io sostengo che
“La mia Squadra è Differente”.

Giovanni Marzano





26 ottobre 2014- Mezza Maratona Vanvitelliana

La mia prima mezza ( Da ragazzo andavo ai Ponti della Valle)

La Mezza Maratona Vanvitelliana: 25 km, un percorso difficile e bellissimo che parte e arriva a Valle di Maddaloni, attraversa l'affascinante borgo di Sant'Agata de' Goti, ma soprattutto consente di passare sull'Acquedotto Carolino, accompagnati dall'inno di Mameli.

Ho scelto questa gara perché sono di Maddaloni e perché da ragazzo andavo ai "Ponti della Valle" con i miei amici in sella alla bici da corsa costruita dal nonno (sarò sempre un ciclista prestato alla corsa).

Ma facciamo un passo indietro e iniziamo da sabato, al ritiro dei pettorali in piazza.

Ero tesissimo, pensavo "speriamo di riuscire a terminarla e non avere i soliti problemi intestinali", mentre voi così tranquilli e sorridenti parlavate di tabelle. "Parto a 4.30, no forse è meglio a 4.45" Poi Anna Nargiso mi tranquillizza dicendomi la facciamo insieme piano piano.

Torno a casa, preparo già tutto, penso per un attimo di indossare il mio completino Fluo ma poi mi dico, faccio parte di una squadra ed è giusto usare quello della squadra.

Vado a letto, ma dormo agitato.

È domenica mi sveglio tranquillo, penso di farla a 5,30 come in allenamento.

Aspetto gli amici Nicola e Giovanni Pastore, e così arriviamo a Valle di Maddaloni.

L'atmosfera è bellissima, l'aria è frizzantina, ma non freddissima, così decidiamo per la canotta senza i manicotti.

Alla partenza molti volti sorridenti e concentrati, quelli della 25km, un po' più pensierosi; trovo il mitico Bomber Claudio in tenuta fluo, amici che mi spiegano il percorso, ma io cerco Anna Nargiso e non la vedo. Incontriamo gli altri della squadra, con Giuseppe Nuzzo che cerca di mantenerci sorridenti e organizza la foto di rito.

Guardo Anna Merola e penso a come faccia ad essere sempre così solare alle partenze. Bah, magari un giorno lo sarò anch'io!

È tutto pronto per la partenza, mi giro intorno in cerca ancora di Anna Nargiso, non la vedo. "Ok Mimmo, tranquillo, ti sei spesso allenato da solo, è un allenamento a 5,30" dico a me stesso.

Partiti.

Quanti ne siamo? Bellissimo!

I primi 5 km volano via veloci, senza fatica, quasi non me ne accorgo. (5,10' a km). Mi affianca il FriendsRunning Giovanni Nobili, due parole e lo lascio andare, è più veloce di me!

Mi supera Giovanni Seccia con una falcata leggera ed efficace.

Inizia, così, l'ascesa a Sant'Agata, mi ritrovo solo e mi metto sul mio ritmo di 5,30. Va bene, non mi affatico, quasi mi godo il panorama.

Al decimo arriviamo a Sant'Agata, è stupendo, le persone che ti incitano, gli atleti che vanno più veloci e già lasciano il paese, i vicoletti, lo strapiombo. Volo a 5,00 quasi senza accorgermene.

All'undicesimo raggiungo Pietro Fusco, che mi da consigli su come alimentarmi e su come affrontare la salita.

Eccolo, il MURO.Vado piano, piano. Perdo Pietro. Nel tratto più duro cammino. Penso che ormai è fatta, un altro km di saliscendi e poi si accelera fino ai "Ponti".

Ma ecco, la prima fitta al ginocchio sinistro. Stringo i denti e non accelero come vorrei ma il dolore aumenta, comincia a darmi fastidio anche il chip sulla scarpa.Vedo Francesco Letizia a dieci metri, se lo raggiungo magari si va via insieme.

Mannaggia al chip. Mi fermo e lo sistemo. Riprendo.

Il dolore aumenta, corro male, vedo di nuovo Francesco.Una fitta violentissima. Devo camminare.

Mi arrabbio. Quattro mesi di allenamento e questo ginocchio sul più bello mi lascia.

Intanto cammino. Penso di fermarmi. Sono deluso.

Poi, mi ricordo le parole di Raffaella Marciano, "il tempo non conta, l'importante è arrivare" e di Matteo Stefani, "qualunque cosa succede, ricorda di arrivare sorridendo", tutti gli incitamenti e l'entusiasmo dei FriendsRunning.

Riparto corricchiando ed ecco i "Ponti", li attraverso concentrato su dove posare i piedi, ho troppa paura, il dolore è sempre più forte. (Questo è il mio rammarico, non essermi goduto i "miei ponti")

La discesa è ripida, devo camminare di nuovo, ma ecco la voce di Anna Nargiso, mi affianca, rallenta e mi precede di qualche metro...

L'ultimo tratto in falso piano, 2 km, riprendo di nuovo, sono dietro ad Anna, arriva Pietro Fusco, continuiamo. Un'altra fitta violentissima e mi fermo. Pietro torna indietro e mi fa una  cazziata :"Dai siamo arrivati" . Dico, o penso, non lo ricordo più : " vengo col mio passo, vai ".

Le ultime due curve, vedo il fotografo, devo sorridere ma non faccio in tempo, però sono consapevole di avercela fatta.

Eccolo il traguardo, alzo le braccia, lo supero e..

"Ma chi me lo ha fatto fare!!!"

Cavolo. Ho dimenticato di staccare il Garmin!

P.S. Sono tre giorni che non corro, già non c'è la faccio più.Ho da preparare la Mezza di Caserta!

Domenico Marzaioli


 
Name: Nicola PEmail: 
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Country:  Date: 27 Oct 2014 18:14:51 GMT

Comment: Grande pezzo, Giovanni, che racconta molto bene la giornata. Per molti versi toccante....



Name: giuseppe nuzzoEmail: 
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Country:  Date: 27 Oct 2014 19:58:09 GMT

Comment: bravissimo, complimenti......la torta era eccezionale



Name: Giovanni SecciaEmail: agagaggm@gmail.com
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Country: ITALIA Date: 27 Oct 2014 22:30:39 GMT

Comment: Io mi sono goduto il panorama ...meritava ...ma se avessi saputo della torta ALLUNGAVOOOOOOOOO!!! ;)



Name: VincenzoEmail: 
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Country:  Date: 29 Oct 2014 05:16:04 GMT

Comment: Effettivamente gran bella gara, immersa nella natura e nella storia d'Italia. Anche per me è sempre un piacere rincontrarvi tutti, purtroppo in quelle rare occasioni, vista la lontananza geografica, in cui ho l'opportunità e il piacere di indossare i colori dell'Atletica San Nicola. Alla prossima...speriamo prima possibile



Name: Anna Email: 
Country:  Date: 29 Oct 2014 06:35:26 GMT

Comment: Caro De Coubertin, ci sei mancato come atleta ma anche come penna fluida ed erudita.Ottimo racconto ma tutti devono sapere  giusto due o tre cose  che mi costeranno oltre 500 caratteri. (privilegi di essere in redazione )

La nostra squadra è differente perchè oltre a Nuzzo che rinuncia alla gondola per una mela ed una torta, c'è anche chi ha rinunciato alla mela per il cioccolato (spero fondente) correndo la mezza di Perugia come Francesco Catania. Il suo sì che  è stato un tempo monstre altro che il mio.Ti ringrazio per avermi citata  ma mi piace posizionarmi facile! E' evidente che  possibili rivali che mi avrebbero declassata probabilmente correvano la 25 km. 
La nostra squadra e differente perchè c'è chi è caduto e si è rialzato : Nicola Russo letteralmente scaraventato a terra a pochi metri dallo start, col ginocchio sanguinante comunque riprende la sua corsa e nonostante i minuti persi conquista il suo terzo posto di categoria tra gli M 70.
La nostra squadra è differente perchè abbiamo Atleti come Francesco Letizia e Gianni Seccia: il primo si accorge di non essersi attaccato il pettorale alla canotta a pochi minuti dalla gara e convince me e Francesco Feola ad accompagnarlo presso la sua auto a recuperarlo costringendoci ad un super riscaldamento, tanto che mi sfiora l'idea di liberarmi della maglia termica; Gianni invece, uno dei "passatori " capace di arrivare a Firenze per la famosa 100 km, imposta sul navigatore "Valle di Maddaloni" e come spesso accade, gli fa percorrere il tragitto più lungo per arrivarci pertanto ci raggiunge giusto in tempo al raduno ma troppo tardi per recuperare un pantaloncino che ovviamente aveva dimenticato a casa e come se nulla fosse disputa la 25 km coi pantaloni della tuta, quella pesante e a vita bassa che usavamo come tuta societaria due anni fa a  forte rischio di abrasioni. (Non si partecipa ai matrimoni degli amici la sera prima, mangiando,danzando e bevendo!)
Intanto vi invidio moltissimo per quella medaglia. E l'anno prossimo sara mia a costo di farla senza pettorale attaccato e con la tuta!

Ma che belli questi articoli! Complimenti ad entrambi,davvero coinvolgenti. Il prossimo anno cercherò di non mancare, vivere  l'esperienza di un percorso ineguagliabile come quello di Valle  e  confrontarsi con tutta la squadra non ha prezzo!! Diciamolo, vi sareste meritati tutti una bella fetta di torta(crostata con frutta e crema al limone) che ho preparato solo e unicamente per Giuseppe e famiglia.
 Domenico, sicuramente la mezza di Caserta la correrai con meno timore e andrà sicuramente meglio. Chissà, forse al traguardo possiamo tutti insieme rifocillarci con qualcosa di buono preparata dalla sottoscritta, ma ovviamente dovete attendere il mio arrivo al TRAGUARDO..Eh.. si, la nostra squadra è differente
https://www.youtube.com/watch?v=nWdsmWlcLVY
versione acustica meravigliosa ..  
Anna Pinto

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