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Tappino-Altilia 2014

Sono Ida e ho 48 anni , corro da quasi due anni . Tutto è cominciato per caso,facevo pochissimi chilometri al giorno e la cosa più strana è  che ho sempre pensato che questo sport fosse noiosissimo,  le persone  che lo praticavano erano matte. Per me  era inconcepibile pensare di alzarsi presto al mattino o andare la sera dopo il lavoro a correre  per chilometri e chilometri  con condizioni meteo variabili. Ebbene in questa gabbia  di “MATTI”  ci sono finita dentro senza sapere come ma adesso posso dire consapevolmente  che è uno sport bellissimo. Alzarsi al mattino presto, andare per strada e non sentire il rumore delle macchine, respirare aria più pulita e vedere il paesaggio con  occhi nuovi è una sensazione impagabile.

Con il tempo i miei pochi chilometri sono aumentati grazie anche alla spinta del mio compagno Antonio. Il caso ha voluto che anche lui praticasse questo sport  da vent’anni , con un bagaglio di  tante maratone nazionali ed  internazionali.

Ho sempre desiderato partecipare ad un evento podistico con lui  ,volevo condividere quest’esperienza , ne abbiamo parlato tanto ma non c’è mai stata l’occasione giusta . Ma ecco la sorpresa, due settimane fa mi telefona e mi dice che il 28/09/2014 avremmo partecipato alla mezza maratona di Tappino/ Altilia con la società podistica di  San Nicola La Strada .   Tappino / Altilia paesino  del Molise che fino ad allora per me era inesistente non sapevo neanche come  si pronunciasse. Ero contentissima , emozionata ,strafelice.

Il giorno prima ho preparato la borsa per la gara non sapevo cosa indossare  perché ancora non avevo il completino della società . Quella sera dovevamo andare a dormire prima ma per impegni inderogabile si è fatto tardi..

Siamo andati a letto a mezzanotte dopo aver visto la partita di basket al Palamaggiò e abbiamo programmato il risveglio  alle cinque ,calcolando il tempo per  una colazione adeguata e aspettando l’arrivo dei nostri compagni di avventura, Nicola e Antonio. Anche loro podisti da un po’ di anni e con alcune esperienze di gara . Insomma, ero l’unica alla mia prima esperienza. Il viaggio è durato quasi due ore , ho fatto tante domande, ognuno di loro raccontava la propria corsa e io li ad ascoltare, guardavo fuori dal finestrino  le colline che ci circondavono e lo sguardo a volte era rivolto verso il cielo per capire se il tempo fosse stato favorevole. Non vi nascondo che il mio pensiero è andato anche al mio papà e al Sig. Giuseppe ,padre del mio compagno ,poi stringevo la mano ad Antonio e a volte cervavo il suo sguardo. Siamo arrivati ad Altilia, luogo di arrivo della gara. Siamo scesi dalla macchina perché il dilemma era dove lasciare l’autovettura se al punto di arrivo o di partenza per poi utilizzare il servizio navetta. Finalmente all’unanimità si è deciso di andare alla partenza , ricordo che l’aria era bella frizzante e  la mia preoccupazione è stata: forse ho una  una canotta troppo leggera. Arrivati al parcheggio di Tappino  siamo andati a ritirare i nostri pettorali . Io ero il n° 104 mentre Antonio 106. Che bello mettere il pettorale alla maglia ,la mia mente anche li ha fatto un volo pindarico. Pensavo a Venezia ,pensavo quando ho accompagnato Antonio alla maratona, pensavo quando gli ho messo il pettorale alla maglia ,smontato più volte perché lui emozionato mi diceva continuamente che non andava bene, pensavo al messaggio che gli avevo inviato prima della corsa.

Di colpo la mia mente  è tornata  a Tappino, vedevo alcune persone che si riscaldavano, alcune che spalmavano creme strane sul corpo altre che si scambiavano gli integratori. Vedevo tanti colori, sorrisi sentivo il loro vociare e leggevo su alcuni volti  la voglia di vincere.

Ho affrontato questa gara senza una preparazione adeguata ad un percorso in salita ma ero entusiasta e serena perché al mio fianco c’era Antonio che mi avrebbe spiegato cosa fare durante il percorso.

Tutto era pronto, eravamo tutti sotto l’arco della partenza. Mi guardavo intorno e vedevo che tutti avevano l’orologio al polso pronti li a controllare il tempo,  Antonio mi diceva  stai tranquilla anche se non hai l’orologio  saprai esattamente il tempo di chiusura della gara perché adesso passeremo  su una striscia nera e con il microchip che hai sulla  maglietta si saprà tutto  , un bacio e  VIAAAAAAAAAAAAA

 Durante la corsa ,ho apprezzato la sua presenza , non mi ha mai lasciata da sola  , ha messo da parte la sua gara pensando solo alla mia prima esperienza e come poteva aiutarmi nel tragitto. Controllava il tempo, mi diceva quando dovevo rallentare e quando doveva accelerare, mi consigliava di non fermarmi al primo ristoro ma di farlo a quello successivo, mi diceva di  prendere le  due spugnette  d’acqua per bagnarmi  durante la gara  e  di usarle fino al traguardo, poi m’incitava e mi diceva :  vedrai adesso supereremo  quello con la maglietta viola  e poi quello con la maglietta rossa. Io invece non ci credevo ero scettica  perché tutti mi sorpassavano.  Volevo aumentare la velocità in alcuni tratti ma lui era li pronto a frenarmi , spiegandomi che alcuni si sarebbero arresi, mi diceva anche di  sorridere  quando passavo davanti ai fotografi, insomma ho avuto un personal trainer fantastico.

Dal mio racconto potete capire che ero veramente una podista stranissima senza neanche avere al polso l’orologio ma in compenso ho avuto un angelo custode molto, molto speciale e non è da tutti.

Il tempo era ideale, mi sono goduta il paesaggio, gli scavi archeologici , il rumore delle scarpette sull’asfalto e le battute dei podisti .

Per me  la  vittoria era arrivare al traguardo, pensavo di non farcela su quelle salite, odio le salite perché ho difficoltà a respirare e invece in 2h e 1m ho chiuso la mia prima mezza maratona e per giunta con mia grande sorpresa sono arrivata anche nona nella mia categoria e quindi sono stata premiata. Ho conosciuto diverse persone ,ho condiviso con loro l’emozione e l’allegria ho brindato e mangiato con loro . Insomma un’esperienza da ripetere sicuramente

Non mi resta altro che dedicare  questa mia prima grande vittoria al mio compagno  Antonio, ai miei figli Danilo e Andrea, alla mia mamma e al mio papà che mi guarda da lassù.

(Ida de Carlo) 


Name: Nicola D'AndreaEmail: 
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Country:  Date: 3 Oct 2014 13:30:06 GMT

Comment: Complimenti Ida, veramente un bel racconto ed anche molto emozionante e spero che non sarà ne il primo e ne l'ultimo. Sono contento della tua felicità per questa tua prima performance con l'Atletica San Nicola ed approfittando dell'occasione ti auguro un benvenuto a bordo.



Name: NicolaEmail: nicola.pastore@hotmail.om
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Country:  Date: 3 Oct 2014 20:38:04 GMT

Comment: Complimenti per il tuo cronoracconto, mi ha emozionato e fatto ricordare le mie prime "avventure" sulle gare. Ti auguro che possa continuare a divertirti insieme a noi per tantissimo tempo!



Name: Francesco D'ANDREAEmail: kilometro-42@virgilio.it
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Country:  Date: 4 Oct 2014 07:13:24 GMT

Comment: Anche se non ti conosco, benvenuta a bordo Ida, complimenti per il tutto.A presto ci conosceremo...spero.




Name: Giovanni Pastore

Email: 
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Country: ITALIA Date: 5 Oct 2014 13:27:02 GMT

Comment: Complimenti Ida....bellissima prestazione e una pagina raccontata e scritta con il cuore....avanti così, alla prox...!!!!


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28 settembre 2014-Macerata Campania
E tu come stai?

Se un ortopedico, un osteopata, o un qualsiasi medico dello sport si presentasse  in un raduno podistico prima della partenza gara, di qualsiasi distanza si tratti, rabbrividerebbe. Oppure gioirebbe. Perchè potrebbe immaginarsi di accrescere la lista di eventuali pazienti in una volta sola più di quanto gli sia mai successo in un' intera carriera. Ciò che sentirebbe sono frasi a cui noi stessi siamo abituati ormai, una sorta di mantra che ci ripetiamo ogni volta o perchè probabilmente vogliamo sentirci dei supereroi oppure per assolverci nel caso in cui non riuscissimo a vincere la sfida contro noi stessi ovvero impiegare il minor tempo possibile che sia la gara dell'anno prima o una nuova esperienza.

Ho la pubalgia. Mi fa male la schiena da venti giorni. Ho un'infiammazione alla bandeletta ileotibiale. Ho la fascite plantare da un anno.
Esistono infiammazioni articolari a volte dal nome impronunciabile. E si sa che correre non fa bene. E' un sport traumatico e la maggior parte di noi, per una sorta di masochismo, corre sul dolore e non può fare a meno ogni maledetta domenica (cit.Gilet) di appuntarsi il pettorale alla canotta. Mettiamoci pure il fatto che familiari e sconosciuti ci considerano anche malati nella mente, pertanto la faccenda diventa pure di interesse psichiatrico: malattia della mente incurabile.

Ed io come sto? Io sto bene, per cui non farò parte (per ora e tocco ferro che non si sa mai) di nessuna lista medica-sportiva ma sono come tutti in fila per il lettino dello psicanalista (Gino Balzano se mi leggi fammi sapere eventualmente se c'è posto) ma fondamentalmente non voglio guarire. Già, perchè io qualche settimana fa mi ero cancellata da Macerata in quanto dopo tre gare consecutive, mi sembrava saggio passare una domenica, una soltanto, a riposo. Riposo si fa per dire, perchè comunque sarei uscita per il quarto e consueto allenamento settimanale. Ma qualcuno col classico mal di schiena per troppo carico, in astinenza da solo qualche competizione, mi convince a re-iscrivermi appena in tempo , promettendomi un passo costante da 4.40 a km. La proposta mi sembra allettante (spero sempre però di non finire sul lettino medico sbagliato), e poi non potevo mancare alla gara del paese dei miei avi paterni. Il percorso inoltre è uno di quelli che "tagliato" a dovere ti permette anche di fare il personale come mi accadde l'anno passato. Pertanto mi ritrovo dopo i soliti rituali di saluti, abbracci e caccia al solito compagno di squadra che chissà dove scappa, per quella che si spera sempre sia la miglior foto di gruppo, sotto l'arco di partenza allo stadio comunale con altri 16 compagni di Atletica Sannicola, accompagnati dalle note immaginarie di una canzone che sembra perfetta "Nuie simm nate ind'a na malatia ca nun se sane maje". 

Relegata la sofferenza in qualche area periferica del cervello da una parte e abbandonato il terrore del fallimento dall'altro, diamo così il via insieme a quasi 700 atleti alla nostra ennesima corsa contro il tempo. Il clima questa volta è l'ideale, il percorso è quello di sempre da ripetere due volte con arrivo finale sempre nello stadio, i tagli pure, ma non mi importa nulla di avanzare e parto da dietro. D'accordo con Francesco Letizia, il persuasivo da 4.40 di cui sopra, decidiamo pure di percorrere il primo tratto di curva piuttosto che tagliare per la corda ovvero a metà area campo sportivo come farà la maggior parte. Molto lentamente ci indirizziamo verso l'uscita e solo dopo qualche km riusciamo ad impostare il ritmo che sfasiamo di soli 2", concludendo con una media finale di 4.42 ed un tempo per entrambi di 46.55 che mi rende comunque felice perchè riesco a piazzarmi come 7^ donna su 64 circa. 55" in più rispetto all'anno precedente e mi piace pensare che sia avvenuto per onestà podistica, ma non completamente perchè gli altri tre tagli ovvero due presso il bar e l'altro prima dell'entrata in stadio li abbiamo fatti eccome, esattamente come tutti gli altri componenti che ci precedevano nel gregge. Potevamo fare molto meglio, mi ha fatto notare Francesco, ma probabilmente non sono così malata, voglio sempre lasciarmi la possibilità di parlare, osservare, sorridere o salutare i parenti che in questa occasione mi guardavano dal balcone di casa. 
Salvatore Scalera anche questa volta era troppo lontano per essere raggiunto, e se l'avessi fatto sarebbe stato Pb, ma con i suoi 45.50, perchè mai lo avrei superato "beffardamente" sul traguardo.Tempo da top runner per Nicola Leone che a volte senza accorgersene, raccontava, si ritrova a fare anche 4 km di riscaldamento prima delle gare e tant'è che altrettanto distrattamente fa il suo bel 39.43. Lo segue subito Raffone che fa molto meglio di domenica scorsa con 40.31. Rauci riesce sempre a dare il meglio a qualsiasi temperatura e praticamente dopo 32" arriva pure Francesco Feola al suo secondo esordio con noi: 42.04 e 42.36. Finalmente tornano sui propri passi Francesco Pastore e Pietro Russo : 46.18 e 48.21. I neo papà Gilet e Biondillo. nonostante le notti insonni, battezzano il nuovo arrivato in squadra, è il caso di dire, Francesco Landolfi  accompagnandolo per un tempo di 52.40. Nicola Russo, Benedetto Mastrangeli e Ianniello arrivano quasi uno dietro l'altro: 53.42, 53.49, 54.08. Sgambettata Maceratese per Angelo Marino che come sempre è stato l'addetto perfetto alla consegna dei pettorali, capace di arrivare sul posto anche un'ora e mezza prima, che rimedia prontamente allo smarrimento accidentale di un pettorale nei bagni (non ve lo dico di chi, non mio però) e che torna a confrontarsi dopo un periodo di stop volontario, che a volte non può fare che bene. Agostino Bottone, manca solo lui alla lista ma perchè merita uno spazio-tempo tutto suo: al suo secondo esordio assoluto passa dai 5.44 di San marco Evangelista a 5.30, prova che sicuramente farà sempre meglio.

Oggi noi di Atletica Sannicola con la nostra 13 ^ posizione in classifica non abbiamo dimostrato di essere i più belli, i più forti e numerosi, i più veloci. Ma vuoi mettere le morbide carezze delle endorfine (cit.) di questa nostra incurabile malattia? E poi con i bellissimi giubbini che ci hanno regalato, noi possiamo dire di stare benissimo!

Anna Merola

21 settembre- III ed. "Fujenne Fujenn" San Marco Ev. 

Io ci credo ancora ma non siamo "Anonimi Podisti ".

 Salve a tutti, sono Anna Merola e sono 18 estati che corro.

 Quattro anni fa scrivevo il mio primo articolo per Atletica San Nicola in occasione del primo esordio ufficiale in gara che iniziava così:

"Ebbene sì erano 14 anni che mi preparavo a questo evento, sebbene avessi già partecipato 4 anni fa ad una ed. della maratonina sannicolese (e tra l'altro con un risultato migliore), ma non con lo spirito di appartenenza ad una squadra: l’Atletica San Nicola. A dire il vero “questi” mi corteggiava  già da qualche anno. Sotto le veci, in primis, del mio celeberrimo vicino di casa Blade runner Filippide Crocco  e poi a seguire tutti gli altri, finché non sono stata "braccata di corsa e costretta" da Francesco Franjo Catania e dal Presidente al tesseramento coatto (o quasi). Ad ogni modo esordio avvenuto e sudato! Accompagnamento all'altare del traguardo di molteplici padrini. Una folta schiera di amici dell’Atletica che d'ora in avanti cureranno la  mia formazione podistica"

Questo in realtà doveva essere l'incipit ad un commento (un tempo avevamo questa bellissima abitudine di commentare) che la settimana scorsa volevo scrivere sotto l'articolo di Ciro Pascarella che si e ci poneva degli interrogativi ; per coincidenza mi capita di leggere su una delle mie riviste preferite una rubrica che nel contesto di una recensione fatta ad un film, Hungry Heart , affrontava tematiche che secondo me potevano adattarsi, nonostante il paragone col film  fosse un pò azzardato, e quanto meno tentare di dare delle risposte. Mi accorgo poi che come commento sarebbe stato troppo lungo, che rischiavo di andare fuori tema, come spesso mi accadevanelle relazioni scritte al liceo, pertanto mi conservo l'opportunità per scrivere questo articolo dove probabilmente sarà tutto più pertinente.

Ciro scriveva appunto che "sarebbe sano ogni tanto interrogarsi anche sulle questioni un po’ più frivole, oltre che sui grandi temi dell’esistenza umana.  Che è immenso lo sforzo che facciamo interrogandoci e cercando di rispondere alle grandi domande; ma che rispondere anche a questioni meno trascendentali ci aiuti  ad evolvere  e magari  a capire perché ci troviamo in una certa condizione e perché facciamo certe cose. L'interrogativo era sul perché facciamo parte di un associazione podistica quando potremmo fare, agonisticamente parlando, tutto da soli?"

La sua risposta più o meno era che c'è la voglia di condividere quella che è una passione. Risposta esatta!

Dalla recensione al film di cui sopra, leggo che Hungry Heart vuol dire cuore affamato. Lo canta anche Bruce Spingsteen: tutti abbiamo un cuore affamato, tutti cerchiamo un posto in cui restare e non c'è nessuno che ami rimanere solo.

Potenzialmente però siamo tutti fanatici ossessivi e se non lo diventiamo di fatto è solo perché il nostro intelletto ci obbliga a non cedere a quei fanatismi che, traslati anche alla corsa, dovrebbero placare ansie e a salvarci dalle nostre paure. La vita è complicata per tutti, probabilmente non ci sono vie di fuga ed è inutile costruire dei percorsi individuali. Proprio per questo come Associazione Podistica quali siamo, non abbiamo nè soluzioni nè risposte ai mali del mondo, non rappresentiamo nè una fede ,nè un "movimento 5 passi"(cit.Gilet).

Diciotto anni fa o quattro anni fa ,almeno io sono sempre la stessa.Ho sempre cercato di comportarmi il meglio possibile, non ho mai superato il  mio limite e visto che siamo siamo in tema, nemmeno quello podistico e sono consapevole che la verità etica non la trovo da nessuna parte. Anche per me la corsa è una grande passione  e sono felice di condividerla con i compagni, con alcuni dei quali ho instaurato sicuramente un rapporto di amicizia più profondo che con altri, ma i miei migliori amici sono sicuramente quelli con cui sono cresciuta assieme.

Due anni fa  poi sono stata investita di un ruolo di cui sono orgogliosa: membro del direttivo. Ad ogni riunione constato con quanta professionalità e serietà noi membri,The president in primis, cerchiamo di rappresentare al meglio ed in totale trasparenza la nostra associazione, una creatura che ha ben dodici anni.

E' stata un'annata difficile questa , piena di fraintindimenti ed un domino di fomentazioni che ha messo in discussione il nostro ruolo e  che ha provocato per questo delle dipartite. Ma un consiglio lo voglio dare: credete solo a quello che vedete coi vostri occhi e qualsiasi dubbio abbiate sulla nostra condotta, non mandatela a dire ma affrontate de visu, proprio come fareste nella vita di tutti i giorni.

E' vero : la settimana scorsa dovevamo vincere un premio di società ma non credo che si sia persa l'occasione per leggerezza del direttivo. Semplicemente quest'anno abbiamo adottato come linea quella di lasciare , come del resto abbiamo sempre fatto, la libertà di partecipare o meno, a seconda della voglia o degli impegni, a quelle che sono indette anche come gare di società, bombardando  quel tanto che basta sul social cosicché da non essere accusati ingiustamente di costringere gli associati chissà per quali scopi poi, se non quelli di orgoglio di appartenenza appunto, anche se in fondo nessuno nega il piacere di vedersi assegnare  un assegno, il prosciutto o la conquista del podio.

Ecco lo sapevo. Mi sono  come sempre persa nei meandri di un concetto che secondo mio marito, poteva essere espresso con 10000 righe in meno.

Bisogna pur fare un accenno alla gara di San Marco Evangelista! Undici km molto veloci che però hanno rappresentato per moltissimi una sofferenza per il gran caldo, di un'estate che non c'è stata per tre mesi ma che è scoppiata praticamente tutta ieri, 21 settembre, giorno dell'equinozio d'autunno. L'altissimo tasso di umidità ha sicuramente inficiato le prestazioni ma noi non vogliamo essere ossessionati dal tempo che passa, pertanto ognuno se l'è corsa come poteva o voleva.Trenta  partecipanti di Atletica San NIcola, stesso numero che a Marcianise, eppure questa volta riusciamo a classificarci come 5^ società assoluta, con assegno e cesto annesso. Ed è stato un successo perchè c'è stato l'esordio di due nuovi iscritti ovvero Agostino Bottone e Francesco Feola; il ritorno sulle gare di  Cennamo e Gatto , che "beffardamente" facendo prevalere le leggi della giungla, mangia il velocissimo volatile Palumbo a pochi metri del traguardo; Nicola Leone, Nicola Russo e Scalera premiati nelle rispettive categorie; la consueta  e lodevole partecipazione di Rauci, Raffone, Poliseno, P.Maiello, F.Pastore, Cioffi, Ianniello, Lazzaro Feola, Fusco, Lombardi, D'Errico, Mandarino, Pietro Russo, Balzano, Biondillo e Marzaioli alla sua terza gara quasi consecutiva. Giovanni Pastore nelle vesti di nuovo keniano, presente in gara dopo averci rappresentato ottimamente insieme al fratello Nicola, questa volta nel ruolo di fotografo, appena la sera prima a Caturano.Tra le donne, me medesima accompagnata dal sesto km da B.Pastore; Mastopietro, Nargiso e Pinto. Stefano Letizia e Cicala supportano la squadra in bici lungo il percorso. The President nel ruolo di se stesso ci sostiene prima ,durante e dopo e lui lo sa che nessuno meglio di lui può vestire meglio i suoi panni. Con noi anche F.D'andrea che per una volta ascolta il suo corpo e saggiamente decide di non correre perché un vero atleta a volte prende anche decisioni come queste.

Spero di non aver urtato la sensibilità di nessuno e mi auguro mi leggiate, mi scuso solo dell'ennesimo papiello.(Tempo di lettura previsto: 7minuti )

Noi siamo ancora qui, ci crediamo e più che mai AD MAIORA!

Nella foto su in alto non ci siamo tutti ma siamo onorati della presenza di Giuseppe de Maio e Ludovico Carozza che hanno intrapreso una nuova strada senza rinnegare quella vecchia e a cui auguriamo ogni successo possibile.

 Anna Merola

 


 
Name: ludoEmail: 
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Country:  Date: 23 Sep 2014 12:40:13 GMT

Comment: Ragazzi, per me sono stati 2 anni bellissimi, pieni di piccole e grandi esperienze e soddisfazioni. Aver indossato la vostra canotta per mezza Italia è stato un onore. A presto per le strade di questa nostra meravigliosa terra. Sono felice che Nicola mi abbia voluto nella vostra foto, un po' meno per esser stato messo fuori classifica 2014, ma è sicuramente una scelta opportuna. (faccina non polemica). Ad maiora. Ciaooo belliiii


Marcianise 2014 – Occasione mancata?

E’ sano secondo me ogni tanto interrogarci anche sulle questioni  un po’ più frivole, non solo sui grandi temi dell’esistenza umana.  E’ certamente lodevole lo sforzo che facciamo per dare un senso alla nostra vita, interrogandoci e cercando di rispondere, ad esempio con la religione,  alle grandi domande.   Ma credo che rispondere anche a questioni meno trascendentali ci aiuti a crescere, ci aiuti ad evolvere e a migliorare, o in termini  più semplici,  ci aiuti a capire perché ci troviamo in una certa condizione e perché facciamo certe cose.  Detto questo,  la domanda che mi  pongo e vi pongo  è: ma perché facciamo parte di un associazione podistica quando potremmo fare-agonisticamente parlando- tutto, ma proprio tutto da soli?  Io ho delle risposte,  anche perché mi sono posto la domanda.     

La risposta  più importante è che voglio condividere sostanzialmente e formalmente  la mia passione.    Sostanzialmente  significa , ad esempio,  che con i miei compagni di squadra mi alleno e gareggio insieme. Formalmente significa, ad esempio,   che se l’associazione definisce delle linee guida, degli appuntamenti cerco di seguirli.

Faccio pure mea culpa, non riesco mai ad essere disciplinato: non vado a tutti i consigli del direttivo, non vado a tutte le cene,  e talvolta non partecipo alle gare di società (domenica scorsa, avrò avuto le mie ragioni, ma ero assente) . Insomma, non sono il migliore esempio.  Proprio per questo sono sereno nel dire  che oggi dovevamo vincere un premio di società. Dovevamo organizzarci meglio. Sarà stata colpa o leggerezza del direttivo ma si è persa un occasione.  Intendiamoci, la vittoria come la interpreto io (ma credo di parlare a nome del direttivo) non è da intendersi come la  conquista “del prosciutto” o del mega assegno di 100 euro.

Per me il premio rappresenta il successo del   progetto  che mira  aumentare  la nostra autostima come associazione, ad aumentare il nostro orgoglio di appartenenza. Nella vita normale, d’altra parte, non cerchiamo di fare la stessa cosa?

Quindi calma, analizziamo la partita e la prossima volta cerchiamo di fare meglio.

Singolarmente siamo comunque andati  (quasi tutti) decorosamente  soprattutto considerando le insidie del percorso e del periodo dell’anno.

Il presidente  con soli tre allenamenti - dopo un lungo periodo di sola bicicletta- è finalmente tornato con buona vivacità a gareggiare (Nicola ricorda che solo tu sei il presidente, e ho detto tutto)

Altro  bella notizia dall’infermeria è il ritorno di Nicola Russo  che ha ripreso  la partecipazione agonistica dopo un lungo periodo di fermo.

Il newcomer Domenico Marzaioli  ha  il fisico del mezzofondista  più di ognuno di noi e i tempi che ci aspettiamo  nel prossimo futuro sono davvero molto ma molto inferiori del  4:56 di stamattina ( ma solo se si diverte!)

A premio va il mitico Salvatore Scalera terzo di categoria nei mm65 il vero top-runner  della ns squadra

Leggo la classifica, leggo, e degno di nota trovo solo la conferma dei buoni tempi di Gianni Raffone e del mio (in questo momento sto toccando – con la mano sinistra-  tutto ciò che trovo aggregato  nello stato metallico solido)  e ritrovo – con piacere- la brillantezza  di antica memoria di  Paolo Rauci e Mario Mastrangeli.

L’agrume, Mike Mandarino,  fa la gara come da pronostico superato –beffardamente-   solo sul traguardo da un buon Giovanni  Palumbo.

In linea con i loro tempi  le  Femminucce   Anna  Merola, Anna Nargiso e Rita Mastropietro.

Sono invece apparsi  un po' stanchi entrambi i fratelli Pastore (ma forse Nick aveva qualche problema fisico), Franjo Catania, nonno Maiello  & Anna Pinto.

Per  Biondillo assegniamo un non classificato perché quel 5:40 a km non  si può guardare e soprattutto non significa niente.

E quindi?  

E quindi ci vediamo almeno in 40 alla prossima gara di società.

Adios, ciro 



Perfetto Ciro, esattamente in linea con quello che diciamo da tempo.

Condivido in pieno quanto scritto da te.

Approfittando di questo commento, ci tengo a raccontare che domenica a Marcianise alla consegna dei nostri pettorali è rimasto inevaso il pettorale di  Alessandra Tamburrini.  

Ho, quindi,  deciso di darlo ad un ragazzo di Marcianise -con il certificato medico ma non iscritto alla gara-  perché ci  teneva in particolar modo a gareggiare nella sua città con il numero attaccato al petto. 

Ho ritenuto di fare una cosa buona  dandogli  possibilità di gareggiare;  alla fine della gara pero' sono andato prontamente da Pizzano per  fare stornare i punti da lui guadagnati dalla  classifica della nostra società: un giudice FIDAL presente alla cosa, meravigliato si è congratulato con la nostra associazione

Quest'atto ci è costato l'ottavo posto e quindi la premiazione a favore dell'Atletica Dugenta. 

Sentivo il dovere di farlo, perchè era giusto così e la mia personalità mi imponeva di agire in quel modo. 

Credo che queste cose come dici tu aumentano l'autostima della nostra associazione, ed il tuo articolo è capitato al momento giusto.

Il presidente Nicola D'andrea


7 settembre-XII Ed.StraMontesarchio

Tredici variazioni sul tema.

 

Parafrasando la recensione di un famoso film : la gara perfetta esiste? E come si raggiunge ovvero corre?

Questo il tema chiaramente di natura podistica, attorno a cui girano, si coordinano e si sovrappongono Tredici Storie di apparente normalità (?) in una Montesarchio, in fondo non così distante (40 minuti di auto più o meno) e assolutamente non caotica. Anzi, magnificamente preparata ad accogliere almeno 750 figuranti-partecipanti attraverso una location - percorso ondulato ma equlibrato di 2 giri, rispettivamente di 4 e 6 km, completamente chiuso al traffico e prudentemente piantonato in alcuni punti strategici (spartitraffico e giro di boa) così da non compromettere le scene agonistiche più di quanto non farebbero ansia da prestazione o banalmente fattori esterni come caldo e umidità.

Ambizione, ingenuità, ottimismo, speranza ed esperienza  hanno caratterizzato i nostri tredici personaggi, ben diretti da Atletica San Nicola che nonostante  svariate difficoltà è riuscita a mettere in azione un cast podistico di tutto rispetto per una durata media totale di 55'44".

Fortunati o tra i meno infortunati, tutti i protagonisti hanno cercato di dare il massimo anche se la performance di alcuni di loro è stata più apprezzata nel primo tempo che nel secondo, pertanto non bisognerebbe mai smettere di prepararsi per diventare performer della scena sempre migliori e magari ispirarsi a chi ha più esperienza.

Quasi tutti hanno interpretato se stessi: Auricchio, Raffone, G.Pastore, F.D'andrea, il giovane Rauci, Mandarino, N.Pastore, F.Pastore, Fusco, Ianniello. Nel ruolo di The President, Nicola D'Andrea , Santonastaso jr che ha ampiamente dimostrato di essere pronto a seguire le orme paterne. Unica presenza femminile , Anna Merola che insieme al resto del cast è premiata con omaggi floreali, beni alimentari e pesantissimi sacchi di farina.

Ma l'oscar per la migliore interpretazione va al tredicesimo non ancora menzionato, che conquista anche il palmares come terzo di categoria M65 :Salvatore Scalera ovvero " l'esperienza." La gara perfetta esiste. E non è solo quella che ti fa superare i tuoi limiti ma è ciò che ti permette di correre con un margine tale da non accumulare prematuramente la fatica che potrebbe compromettere il rendimento finale con il famoso calo del settimo km.

E' stato in quel momento che l'esperienza di Salvatore si è sovrapposta, superandola, all'ambizione di molti e all'ingenuità di Anna Merola recitandole <<  Fai attenzione, devi andare più piano.>>

".La corsa perfetta è quella che ti regala sensazioni ed emozioni uniche dentro e ti da la voglia di trasmettere agli altri ciò che hai appena vissuto attraverso i tuoi passi"- Cit.

"Buona la prima" -Vincenzo Poliseno.

Ciak si corre.

E' possibibile avere visione dei personaggi e dei ruoli sul nostro profilo fb e sul nostro sito)

Anna Merola

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